DALLA MATTINA ALLA SERA TARDA, LA FESTA DEI POETI VERSI, MUSICA,
TEATRO, DIBATTITI, LETTURE, NELLE PIAZZE E NEL VECCHIO FRANTOIO
GLI OSPITI
DAL 26 AGOSTO AL 3 SETTEMBRE 2023
Anna Rizzo

Anna Rizzo, antropologa che da anni studia e collabora con le piccole comunità delle cosiddette «aree interne» del paese, ci porta alla scoperta di questo arcipelago in gran parte sconosciuto. Il suo è un resoconto personale di queste realtà ai margini, solitamente visibili sulle mappe solo se illuminate da una tragedia mediatica o dalle sirene romanticizzanti del turismo, e quasi mai raccontate in modo onesto e senza facili nostalgismi: da Riace a Gibellina, da Cavallerizzo a Frattura di Scanno, Anna Rizzo affronta le problematiche legate allo spopolamento e allo stato di abbandono di edifici e infrastrutture, interroga i cittadini sui loro bisogni, sulle loro paure e sulle strategie di adattamento che hanno individuato, ragiona attorno alle motivazioni di chi è rimasto e di chi se n’è andato.

Foto credit: Claudio Mmmucari

Antonello Petrillo

Antonello Petrillo insegna come professore ordinario Sociologia presso l’Università degli Studî Suor Orsola Benincasa di Napoli. Autore di numerose pubblicazioni, ha dato vita nel 2008 al progetto URiT (Unità di Ricerca sulle Topografie sociali), la cui esplorazione scientifica e le cui pubblicazioni investono essenzialmente i dispositivi di controllo e gestione dello spazio e dei corpi all’interno delle dinamiche globali del tardoliberalismo e le resistenze da essi generati a livello locale.

Antonio Bove

E’ nato nel 1975 a Napoli, dove vive e lavora come medico. Ha fatto parte del collettivo politico del Csoa Officina 99 di Napoli e dell’Area antagonista campana. È tra i fondatori dell’Istituto Italiano per gli Studi Europei di Giugliano (Na). Ha pubblicato Vai Mo. Storie di rap a Napoli e dintorni (2016).

Associazione InCoro

L’Associazione InCoro viene costituita nel dicembre 2012 e persegue i seguenti scopi:

  • diffondere la cultura artistica nel mondo giovanile e non;
  • ampliare la conoscenza della cultura e dell’arte in genere, attraverso contatti fra persone, enti ed associazioni;
  • allargare gli orizzonti didattici di educatori, insegnanti ed operatori sociali, in campo artistico creativo affinché sappiano trasmettere l’amore per la cultura e  l’arte comunicativa  come un bene per la persona ed un valore sociale;
  • proporsi come luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile, attraverso l’ideale dell’educazione permanente;
  • porsi come punto di riferimento per quanti, svantaggiati o portatori di handicap, possano trovare, nelle varie sfaccettature ed espressioni dell’arte , un sollievo al proprio disagio.
Carmen Yanez

Carmen Yáñez, nata nel 1952 a Santiago del Cile, in seno a una famiglia operaia, nel 1975 scompare nelle mani della polizia politica di Pinochet. Incredibilmente scampata all’inferno di Villa Grimaldi (la casa segreta della polizia politica), rimane in clandestinità finché nel 1981, via Argentina e sotto la protezione dell’ONU, si rifugia in esilio in Svezia. In Svezia Carmen Yáñez inizia a pubblicare la sua poesia. Nel 1982 esce la raccolta “Cantos del camino” e, negli anni successivi, le sue poesie appariranno su riviste svedesi (Signor, Ada, Invandraren) e tedesche (Viento sur). Pubblica i trittici “Al aire” (1989) e “Remanso” (1992). Durante la sua permanenza in Svezia, partecipa alla creazione di vari laboratori letterari. Dapprima il laboratorio Losche (1986-88) e in seguito “Transpoetas” e “Madrigal”, ai quali è tuttora legata. Dal 1990 la sua poesia comincia a essere pubblicata anche in Cile. Nel 1997 si trasferisce in Spagna, insieme a suo marito lo scrittore Luis Sepúlveda, e stabilisce la sua residenza nelle Asturie, in quella che lei stessa definisce una ricerca delle proprie radici.
Ha pubblicato in Italia cinque volumi, editi da Guanda: “Paesaggio di luna fredda”, “Abitata dalla memoria”, “Terra di mele”, “Cardellini della pioggia” e “Latitudine dei sogni” e “Senza ritorno”.
È stata spesso tra i protagonisti delle iniziative di Casa della poesia: “Lo spirito dei luoghi (2000 e 2001), “Il cammino delle comete” (2002), Napolipoesia (2001 e 2002), Napolipoesia nel Parco (2005), Sidaja (2001), Incontri internazionali di poesia di Sarajevo (2002, 2012), VersoSud (2007).

DEGONARE

Salvatore Sechi in arte “Degonare” nasce a Sarule, piccolo paese del centro Sardegna, nel 1937. A 9 anni, incontra il maestro Mario Delitala (pittore e incisore) che realizzava una pala d’altare nella chiesa del paese. Questo incontro segnerà il “giovane artista”, che spronato dalle parole incoraggianti del maestro Delitala decide di frequentare la scuola d’arte di
Sassari.

Nel ‘60 si diploma all’Istituto d’Arte, dove è allievo di Filippo Figari e di Stanis Dessy.
Nel ’61 allestisce la sua prima personale a Nuoro.
Nello stesso anno, portando con se alcuni acquerelli, decide di partire per la Germania, a
Monaco di Baviera, dove gli viene data la possibilità di esporre le sue opere in una delle
più rinomate gallerie, quella di “Karin Hielsher”.
La sua attività di artista, iniziata come attento osservatore della realtà e della vita sarda, si
sviluppa come fotografo, pittore, disegnatore di arazzi (di cui uno regalato dai dipendenti
del Consorzio Costa Smeralda come dono di nozze a Karim Aga Khan), scultore e
realizzatore di opere sacre.
Ha tenuto numerose personali e collettive in tutta l’Italia (Roma, Pisa, Ancona, Savona,
Pavia, Verona, Brescia, Porto Cervo, Assisi) ed anche all’estero Munchen ’61 e ’64,
Innsbruck ’66, Ljon ’81, Boston ’90, New York ’91 e Parigi.
Degonare vive e lavora e Sassari nel suo atelier con una esposizione permanente delle
sue opere.

Daniela Pes

Daniela Pes è nata nel cuore della Gallura nel 1992. La sua voce e la sua musica sfuggono alle classificazioni e ai contenitori predeterminati. Daniela Pes è immersa nel flusso della musica, come cantante, come strumentista, come musicista elettronica. Il suo è un talento multiforme. Il 14 Aprile 2023 ha pubblicato il suo primo album, SPIRA, prodotto da IOSONOUNCANE. Questo lavoro l’ha vista impegnata negli ultimi tre anni e traccerà la sintesi delle molte vite musicali di Daniela. Arriva infatti al debutto con un curriculum di tutto rispetto che include una laurea in Canto Jazz al Conservatorio di Sassari e una borsa di studio ai Seminari Estivi di Nuoro Jazz diretti da Paolo Fresu, che la porta a esibirsi a Time in Jazz e all’Harp Festival di Rio de Janeiro. Completano il quadro il prestigioso premio Andrea Parodi nel 2017 (dove vince il premio della critica, giuria internazionale, miglior musica e miglior arrangiamento) e il premio miglior musica e il premio Nuovoimaie a Musicultura nel 2018.

Davide Deiana

laureato nel 2005 in Conservazione dei beni culturali, beni archivistici e librari presso l’Università
degli Studi di Sassari. Ho sempre lavorato come bibliotecario, iniziando nel 2006 con un progetto di servizio
civile presso la Biblioteca della Misericordia di Alghero. Dal 2007 al 2012 tramite cooperative e in seguito
assunto a tempo indeterminato dal 2013, ho lavorato presso l’Università di Sassari, dove ho terminato la
mia esperienza lavorativa nel dicembre 2021.
Nel 2021 ho conseguito una seconda laurea magistrale in Lettere, filologia moderna e industria culturale.
Dal gennaio 2022 lavoro presso una biblioteca statale, la Biblioteca Universitaria di Sassari (MiC). Mi occupo
di prestito, informazione bibliografica, document delivery, catalogazione (materiale moderno e materiale
antico), visite guidate. Ho insegnato catalogazione e biblioteconomia in cinque corsi organizzati dall’AIB
(Associazione Italiana Biblioteche) e in un corso della Regione Sardegna e dello IAL.
Nel 2022 ho curato come catalogatore esperto il fondo Sabatino Moscati conservato nell’omonima
biblioteca sita a Cartagine (tra monografie e periodici, 6.000 volumi).
Il 10 giugno 2023 sono stato nominato presidente dell’AIB Sezione Sardegna.

Diletta D’Angelo

Diletta D’Angelo nasce a Pescara nel 1997. Consegue la Laurea Magistrale in Italianistica presso l’Università di Bologna. Nel 2019 viene selezionata come autrice emergente per RicercaBO- Laboratorio di nuove scritture. Nel 2021 vince il premio Esordi di Pordenonelegge e dallo stesso anno collabora con la casa editrice Industria&Letteratura come social media manager. Nel 2022 vince il premio Ritratti di Poesia.si stampi. È tra i membri fondatori del progetto Lo Spazio Letterario. Dal 2023 collabora con la casa editrice Interno Poesia come Ufficio Stampa.

Dr. Drer

Su Dotori, noto anche come dr.drer, al secolo Michele Atzori, cagliaritano classe 1967, è un musicista indipendente. Dal 1991 è frontman della storica band sarda CRC Posse: sei cd prodotti, oltre 500 live tra Sardegna, Italia ed Europa, diversi festival internazionali vinti: (Liet, Festival Europeo delle Lingue Minoritarie, Ljouwert, NL, 2009, Suns, Udine, 2009, premio Pino Piras, Alghero, 2012), oltre due milioni di ascolti dalle varie piattaforme web. La loro musica è un mix di rap, reggae e sonorità tradizionali sarde.

Nel 2019 ha ricoperto un ruolo di attore protagonista nel film “L’Agnello” di Mario Piredda. Nel 2021 ha dato alle stampe il suo primo libro, Giornata avara.

Alla consolle accompagnato da Alex P, al secolo Alessandro Pintus, di Cagliari, dottore in Scienze dell’Educazione, operatore di sportello linguistico e docente di lingua sarda, Dj dalla fine degli anni ’80, a partire dai primi anni ’90 membro effettivo del gruppo CRC Posse, e, successivamente, collabora con gruppi quali Malos Cantores e Balentia. Il suo impegno musicale e culturale tutt’ora prosegue, parallelamente allo studio e alla ricerca in ambito linguistico e didattico/formativo.

 

Emmanuele Curti

Più di 20 anni di esperienza in design, sviluppo, gestione, organizzazione di strategie e progetti di sviluppo locale, politiche di rigenerazione urbana, progetti europei con una particolare attenzione all’inclusione sociale, attivazione di comunità, studi sulle migrazioni, sviluppo culturale e multiculturale, contrasto alle discriminazioni. Per 10 anni Assessore della Città di Torino con deleghe sulla rigenerazione urbana, sviluppo territoriale, politiche di integrazione dei nuovi cittadini, gioventù, pari opportunità, diritti, progetti europei. (2006-2016). Ha coordinato, gestito e amministrato progetti complessi per Enti pubblici ed enti no profit così come forme di “Quango” nel contesto nazionale e locale.

Enedina Sanna

Dopo gli studi in Linguistica all’Università di Perugia, ritorna in Sardegna dove opera dal 1987 nel campo della musica e della cultura.

Nel 1990 fonda l’Associazione Culturale Archivi del Sud con la quale realizza progetti di ricerca sugli archivi sonori della Sardegna, specializzandosi nell’arte dello storytelling, anche attraverso collaborazioni con artisti e istituzioni internazionali. 

Ha curato diverse pubblicazioni cartacee e multimediali, tra cui tre compact disc “Contami unu Contu – racconti popolari della Sardegna”. Ha tradotto per la Sellerio il saggio “Poetica della fiaba” della studiosa francese Nicole Belmont. E’ autrice di programmi radiofonici per la sede regionale della Rai.

Come narratrice ha partecipato a festival e iniziative all’interno di biblioteche, spazi culturali e giardini. Racconta in italiano, sardo, inglese e francese. Oltre al repertorio tradizionale, ha creato spettacoli di narrazione rappresentati anche all’estero in diversi Festival e rassegne: La Nuit du Conte (Corsica), in Tunisia al festival des Conteurs Fdawis di Sousse, in Canada alla Semaine Italienne di Montreal, in Scozia al Festival Internazionale dello Storytelling di Edimburgo, a New York, StorytellingDay2013; Zimbabwe, Etiopia, Giappone con il repertorio di storie sugli alberi.

Eva Måsén Duckert

Svedese di nascita, Eva ha vissuto in molti paesi. Dopo una vita dedicata a un’intensa attività di ascolto, degli altri e del mondo, ha scoperto, attraverso la pittura un altro modo di comunicare il suo vissuto (dal 2000). Si esprime proiettando intimamente la sua mente nella materia: il suo io profondo si rivela attraverso colori e forme intrisi di grande spontaneità. Questa impulsività si fonde armoniosamente con la ricerca dell’espressione del visibile e dell’invisibile. Autodidatta nella prima fase della sua formazione, si perfeziona attraverso corsi di disegno, iconografia, pittura a pastello e ad olio e pittura libera, tra gli altri istituti, anche alla scuola del Louvre di Parigi. Il suo lavoro si è essenzialmente sviluppato nello stile non figurativo e nell’antica tecnica della tempera all’uovo. Nata in una famiglia di artisti (pittori, cineasti, poeti e drammaturghi), Eva si è sempre nutrita di arte. Le sue mostre personali sono state a Parigi, Stoccolma , Oslo, e più recentemente in Svizzera ( 2017), ha anche lavorato con diversi gruppi artisti ed esposto al Centro Culturale a Gandia, Spagna, al Grand Palais di Parigi, tra molti altri luoghi. Dal 2010 partecipa alla mostra permanente a Seneghe con Luciano Piu e Maria Illotto . Nel 2017 si trasferisce stabilmente in Sardegna, a Seneghe, scelta di cui non si è mai pentita.

Fabrizio Lombardo

Fabrizio Lombardo (Bologna, 1968) ha fondato nel 1994 “Versodove, rivista diletteratura”. Ha pubblicato Carte del cielo,  (VersodoveTesti, 1999), di quello che resta (Fara,1998), Confini provvisori (Joker, 2008) e Coordinate per la crudeltà (Kurumuny 2018) finalista al Premio Pagliarani e al Premio Tirinnanzi. Tra le antologie in cui è inserito si segnalano: Il grande blu, il grande nero (Transeuropa), Sesto Quaderno di Poesia Italiana (Marcos Y Marcos), Ákusma (Metauro) Parole di passo (Aragno), Parola Plurale (Sossella). Suoi versi sono apparsi su Il Verri, Poesia, Tratti, Atelier, La clessidra, L’Ulisse. Ha curato, con Niva Lorenzini, il volume Yellow, di Antonio Porta (Mondadori). Suoi testi sono tradotti in francese, inglese, greco, slovacco, serbo croato e spagnolo. Lavora come direttore operativo per una catena di librerie.

Federico Crobe

Nato a Cagliari il 18/03/2002 Federico frequenta lettere moderne all’Alma Mater Studiorum e, da due anni, tiene un corso di scrittura creativa per l’Azienda Regionale per il diritto agli studi superiori dell’Emilia-Romagna, presentando e leggendo i suoi scritti in eventi in giro per l’Emila-Romagna.

Federico Raponi

diploma di maturità classica e studi al corso di laurea in psicologia 1

corso di teoria e critica del film ‘il cinema e’…’ al Centro Studi Cinematografici

dal 1986 gestisco e lavoro in una videoteca

dal 1995, a Radio Onda Rossa, ideatore, regista e conduttore di trasmissioni settimanali in diretta su memoria storica (‘Voci della Resistenza’), musica (‘Fedro’), cinema (‘Visionari’, poi divenuta ‘Tutta Scena Cinema’), spettacolo (‘RadioTeatro’, poi divenuta ‘Tutta Scena Teatro’), favole per bambini lette da attori e attrici (‘Sto ‘na Favola’), colonne sonore cinematografiche (‘Tracce di Cinema’), queste ultime due insieme a Ottavia Monicelli e David Schacherl

collaborazioni, con la pubblicazione di articoli, con i quotidiani nazionali: Liberazione, Terra, l’Opinione

pubblicazione di articoli sulle riviste la Nuova Ecologia, Loop e sui siti WEB: RomaStyle, BadTaste, Giornalisti.it, CinemaInvisibile, Cinema4Stelle, FilmUP.com, ZabriskiePoint, Melpunk, Agenzia Multimediale Italiana, LiminaTeatri

co-sceneggiatore e co-regista del cortometraggio ‘homo homini loop’ (2007) (http://www.youtube.com/watch?v=O-o1WigyQIQ)

vincitore del XVII° premio nazionale ‘Domenico Meccoli – ScriverediCinema’, come miglior giornalista radiofonico, per la trasmissione ‘Visionari’ (Assisi, 22 novembre 2008)

giurato alla 5° edizione di Cortoons, Festival Internazionale di cortometraggi di animazione, al concorso di cortometraggi scolastici sulla memoria storica del Progetto Laboratorio ONLUS, al bando teatrale ‘Storie di lavoro’, e presidente di giuria nella sezione cinematografica della prima edizione del Festival ‘Luci sul lavoro’

 

vincitore del premio capitolino ‘Microfono d’Oro’, categoria Cultura, per la trasmissione Tutta Scena Cinema (Roma, 08 giugno 2018)

dal 2008 presentatore / intervistatore / giurato al Clorofilla Film Festival all’interno di FestAmbiente (ENAOLI, Rispescia – GR)

pubblicazione del mio libro autobiografico Quando il fumo si dirada (2020)

dal 2021 presentatore / intervistatore al Festival di Teatro Politico (Rocca Sinibalda – RI)

colllaboro alla 1^ edizione del festival di drammaturgia contemporanea AUTunno d’AUTore (Roma – Teatro di Documenti, 2021)

curatore/presentatore della rassegna di mostre/libri/film ‘Giù di sotto’ (Roma – Spazio B5, gennaio>maggio 2023)

curatore del libro Nodi al pettine (2023) dell’artista Marcello Blasi, pubblicato postumo

curatore/presentatore della rassegna di libri ‘Sotto la magnolia’ (Roma – Vivaio Albero Blu, giugno>luglio 2023)

Festival Bimbi a Bordo

LA FESTA

La festa della letteratura Bimbi a Bordo si presenta nel panorama dei festival letterari, fin dalla prima edizione del 2012, come un crocevia di sguardi sulla cultura dell’infanzia e un’occasione di incontro tra visioni e linguaggi che considerano l’oggetto libro lo strumento capace di far vita alla rivoluzione dei piccoli passi.

L’infanzia, categoria sociale permanente e non età di transito verso l’età adulta è infatti il tempo prezioso delle prime volte in cui si inizia ad alimentare il giardino dell’immaginario dando vita ad un caleidoscopio di immagini, di segni, di suggestioni utili ad orientare il giovane lettore nella decodifica del mondo e nella invenzione del sé. La festa BaB, ha una sezione dedicata alla sonorità della parola per la fascia 0/3 anni, una sezione specifica rivolta all’adolescenza e uno spazio adulti nel quale si riflette insieme aiutando i grandi ad incontrare il mondo dei più piccoli sugli stessi temi.

I temi prescelti guardano con attenzione alle trame autentiche più apprezzate dai bambini lettori e alle grandi domande in aggirabili ancora considerate per certi aspetti “tabù”.

La lentezza è la cifra delle nostre edizioni curvate su un palinsesto arioso che concede il tempo per indugiare negli incontri con gli autori e le case editrici ospiti sostando in laboratori di solo ascolto perche la lettura non va animata ma amata. I tre giorni della festa rappresentano solo la rampa di lancio di una fervida attività di promozione ed educazione alla lettura declinate durante tutto l’anno con gli incontri di formazione rivolti agli insegnanti e ai genitori e laboratori per i ragazzi.

Il BaB cura la sezione ragazzi del premio letterario Dessì.

 

LA FORMAZIONE

Misurarsi con un Festa del libro seppure “pollicina” come quella promossa dal BaB, ha significato investire sin dall’inizio in un programma parallelo di formazione rivolto ai volontari che animano il progetto.

Grazie al gemellaggio con la fondazione Giuseppe Dessì che ha finanziato e sostenuto la formazione ha raggiunto in modo capillare tutti gli insegnanti del territorio.

La formazione è curata dal direttore Scientifico del BaB, studiosa di letteratura per l’infanzia e cultrice della materia presso l’Università degli studi di Cagliari.

I corsi hanno visto l’intervento di autori e illustratori di fama internazionale come Roberto Innocenti, Alfredo Stoppa, David Conati amici del nostro progetto e vicini al nostro “sentire”.

Il BaB incontra durante tutto l’anno i bambini e i ragazzi delle scuole con attività di promozione alla lettura e laboratori specifici legati al tema della Festa, con l’apporto di esperti del settore.

Filippo Tantillo

Filippo Tantillo è ricercatore territorialista, esperto di politiche del lavoro e dello sviluppo, lavora da più di 15 anni con Istituti di ricerca e università italiane ed europee alla messa a punto di nuovi strumenti di ascolto del territorio e dei fenomeni sociali. Ha sviluppato modalità innovative di storytelling delle politiche pubbliche.È fondatore di Shortonwork, festival internazionale di webdocumentari presso la Fondazione Marco Biagi di Modena; è molto attivo negli ambienti che lavorano affinché la Pubblica Amministrazione sia più vicina e attenta ai bisogni dei cittadini. È stato coordinatore scientifico del team di supporto al Comitato Nazionale per le Aree Interne.

Francesca Romana Motzo

Musicista e musicoterapeuta, approfondisce in entrambi gli ambiti la pratica dell’improvvisazione come modalità espressiva dell’individuo. Dalla formazione classica (diploma in clarinetto), si dirige verso la Musica Creativa Istantanea, dedicandosi in modo specifico all’interazione tra i vari linguaggi artistici e collaborando con attori, pittori, scultori, fotografi e danzatori del territorio nazionale ed internazionale. Nel corso degli anni sviluppa la propria identità di musicista performer che dialoga con le Arti contemporanee attraverso progetti site specific dedicati a luoghi ed opere d’arte. Negli ultimi anni esplora il mondo del suono materico grazie al progetto “a tangible sound” e porta avanti una ricerca sia in campo didattico che performativo, sul legame esistente tra suono e movimento. Lo studio della Musicoterapia le permette di esplorare mondi in forte connessione con la vita e specializzarsi nell’applicazione al coma acuto, stati vegetativi, e cerebrolesioni acquisite, nell’applicazione in gravidanza e post-parto così come nel supporto neo-genitoriale durante i primi anni di vita del bambino-a. In campo didattico sperimentale sceglie l’inizio della vita come ambito di ricerca continua, a cui dedica Musica Infanzia, un progetto formativo convenzionato con il Conservatorio di Musica di Cagliari, rivolta alle neo-famiglie dalla gravidanza fino ai primi 4 anni di vita del bambino. Per il mondo della primissima infanzia, sviluppa progetti unici che mette in connessione con differenti realtà culturali del territorio e non solo, come l’Exma –
Exhibiting and Moving Arts, Spaziomusica Ricerca, Musei Civici di Cagliari, MACC di Calasetta, la Città metropolitana di Cagliari, l’EJE – european jazz expò, Festival Internazionale Jazz in Sardegna, S’Ard Music, Teatro del Sale, Festival Bimbi a Bordo, Festival Tutte Storie, Festival della Mente, Cooperativa DENSA, etc. Altresì consolida le sue collaborazioni con differenti Nidi della città metropolitana di Cagliari ed in particolare, con il Libro Nido La tana di Lunamoonda di Cagliari. Insieme alla psicologa perinatale, la Dott.ssa Gisella Congia, crea Le debut de la vie, un equipe interdisciplinare che ha come obbiettivo principale il supporto alla neo- genitorialità e la crescita armonica sia del genitore che del* bambin*. Fa parte del coordinamento del Tavolo Permanente Musica 0-6 e per lo stesso è referente all’interno del Dipartimento 0-6 del Forum Nazionale per l’Educazione Musicale. Recentemente diviene assocciata del Centro Studi Maurizio Di benedetto di Lecco. Dal 2020 è Direttrice didattico-artistica della Scuola Civica di Musica di Selargius. Dal 2022 diventa Direttrice artistica di Jazzin’Family, segmento dedicato alle famiglie 0-3 del Festival Internazionale Jazz in Sardegna, per il quale crea una programmazione sono-esperienziale fortemente dedicata alla fascia zerotre.
Fermamente convinta che che la Musica o il semplice Suono, siano per l’individuo, elementi che interagiscono con la sfera delle emozioni e degli affetti, coinvolgendolo a livello personale, familiare e socio-culturale, crea contattosonoro, contenitore per eccellenza della sua identità proessionale formata dal moto perpetuo delle tre parti che la compongono: Arte – Terapia – Didattica.

Foto credit: Pierluigi Dessì

Francesco Ottonello

Francesco Ottonello (1993) è dottorando di ricerca in Studi Umanistici Transculturali presso l’Università degli Studi di Bergamo (XXXVI ciclo) e International Scholar presso la KU Leuven. Il suo progetto (tutor Luca Carlo Rossi) è incentrato sulla ricezione di una figura del mito greco (Ganimede) nella letteratura italiana (da Dante al Novecento) con un’attenzione al filtro della letteratura latina e all’iconografia. Dopo avere conseguito la laurea con lode in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Cagliari (relatrice Patrizia Mureddu, Letteratura Greca), svolgendo un periodo di ricerca presso l’Albert-Ludwigs-Universität Freiburg, si è specializzato con lode in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Milano (relatore Massimo Gioseffi, Letteratura Latina, e corelatore Mauro Novelli, Letteratura Italiana). Ha pubblicato la monografia Pasolini traduttore di Eschilo. L’Orestiade (Grin 2018), saggi, articoli, recensioni per riviste quali «ACME», «Romaneske», «Traduttologia», «L’Ulisse», «Semicerchio», «l’immaginazione», «OBLIO», «Atelier». Ha preso parte a vari convegni internazionali presso le Università di Oxford, Aix-Marseille, Perugia, Siena, Bergamo, Napoli L’Orientale. Affiancando all’approccio filologico-testuale un interesse comparatistico, il suo principale ambito di ricerca verte sulla ricezione classica (greca e latina) nella letteratura italiana, spaziando poi dalla traduttologia alla poesia contemporanea, dagli Island Studies agli studi sull’eros. Dirige la rivista online MediumPoesia (www.mediumpoesia.com) ed è redattore di «Bezoar – Rivista di poesia contemporanea» (Perrone 2021-).

Franco Buffoni

Franco Buffoni, una delle voci poetiche più significative della lirica italiana di fine Novecento e dei primi anni Duemila, nasce il 3 marzo del 1948 a Gallarate (VA), in cui trascorre l’infanzia e l’adolescenza, segnate dalla presenza di un opprimente principio di autorità proveniente in parte dalla società e dalla scuola, ma soprattutto dalla figura del rigido padre (Piero Buffoni, ufficiale dell’esercito italiano durante la seconda guerra mondiale), educatore aggressivo e repressivo, refrattario ad accettare l’identità sessuale del figlio. Il rapporto col padre segna nel profondo lo scrittore e infatti torna in molte delle sue opere sia in prosa sia in poesia. La madre (Luciana Buffoni) invece è una figura a cui il poeta pare più legato affettivamente, ma resta pur sempre timorosa e remissiva nei confronti del marito, essendo stata educata «dal cattolicesimo nel fascismo e dal fascismo nel cattolicesimo». Lo stesso Buffoni ha dichiarato a proposito di questo periodo della sua vita di essersi sentito «terribilmente compresso nell’età fragile» avendo vissuto in una condizione di solitudine doppia, legata all’adolescenza e all’omosessualità.

In seguito, nel 1967 si trasferisce a Milano per frequentare l’Università Bocconi laureandosi con lode in Lingue e letterature straniere con una tesi sul Portrait of the Artist as a Young Man di James Joyce nel 1971. In questi quattro anni ha modo di stringere amicizia con i poeti Milo De Angelis, Angelo Lumelli, Michelangelo Coviello e con la figura fondamentale per il futuro movimento LGBT Mario Mieli, con le riunioni poetiche in via Col di Lana, anche talvolta con presenza di poeti di precedenti generazioni quali Giovanni Raboni, Antonio Porta, Emilio Isgrò e Giovanni Giudici. Negli anni settanta intraprende la carriera accademica, tenendo come referente più che altro il mondo anglosassone. Buffoni deve al suo intenso impegno all’interno dell’Università il motivo del relativo ritardo nell’esordio come poeta, che avviene nel 1978 nella rivista Paragone su invito di Giovanni Raboni, per poi uscire l’anno seguente con la prima silloge, edita nei quaderni collettivi di Guanda, col titolo Nell’acqua degli occhi (1979). A essa seguono numerose raccolte pubblicate durante gli anni Ottanta, Novanta e il primo decennio degli anni Duemila, tra cui Suora Carmelitana e altri racconti in versi (Guanda, 1997), Premio Nazionale Letterario Pisa 1998, Il profilo del Rosa (Mondadori, 2000), Guerra (Mondadori, 2005), riunite poi nell’Oscar Mondadori del 2012, che si conclude con la silloge Roma (2009) e qualche inedito del suo libro seguente, Jucci. Le successive raccolte poetiche relative agli anni dieci del Duemila sono: Jucci (2014), O Germania (Interlinea, 2015), Avrei fatto la fine di Turing (Donzelli, 2015), Personae (2017), un unicum nella sua opera, essendo un libro di poesia scritto in forma teatrale, La linea del cielo (Garzanti, maggio 2018) e Betelgeuse e altre poesie scientifiche (Mondadori 2021)

Inoltre, Franco Buffoni si è distinto come saggista, traduttore e traduttologo. Dal 1989 è direttore della rivista sulla teoria e pratica della traduzione poetica «Testo a fronte» e dal 1991 è curatore dei Quaderni italiani di poesia contemporanea, pubblicati ogni due anni. È stato professore ordinario di Letteratura inglese e Letterature Comparate presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Ha tradotto tra gli altri John Keats, Donald Barthelme, Robert Fergusson, George Gordon Byron, Samuel Taylor Coleridge, Rudyard Kipling, Oscar Wilde, Séamus Heaney e William Butler Yeats, pubblicando i due quaderni di traduzione Songs of Spring (1999) e Una piccola tabaccheria (2012). Ricordiamo che dal 2007 è autore anche di libri in prosa, che ibridano narrativa, biografia e saggistica, spaziando da romanzi autobiografici come La casa di via Palestro (2014) a romanzi-saggi sotto forma di dialogo come Più luce, padre. Dialogo su Dio, la guerra e l’omosessualità (2007), per cui Guido Mazzoni ha utilizzato il termine «docu-fiction». Già vincitore in passato di una edizione, dal 2010 presiede la giuria del premio letterario Giuseppe Tirinnanzi. A partire dagli anni Duemila si è impegnato attivamente per i diritti civili LGBT, pubblicando libri in prosa di divulgazione quali Laico alfabeto in salsa gay piccante, romanzo-saggi in forma di dialogo come Zamel (2009), ambientato in Tunisia, in forma di biografia quale Il servo di Byron (2012), ambientato nell’Inghilterra dell’Ottocento, il peculiare Due pub tre poeti e un desiderio (2019), su George Byron, Oscar Wilde e W.H. Auden, in occasione della celebrazione dei 50 anni dai moti di Stonewall, Silvia è un anagramma (2020), su Leopardi, Pascoli e Montale, e infine Vite negate (FVE 2021). Il suo archivio è conservato presso il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia.

Gherardo Colombo

Gherardo Colombo è nato a Briosco (MB) nel 1946. Per oltre trent’anni magistrato, dal 2007 si dedica alla riflessione pubblica sulla giustizia attraverso l’associazione Sulle regole. (www.garzanti.it)

Foto credit: Basso Cannarsa

Giancarlo Piacci

Giancarlo Piacci è nato e cresciuto a Napoli. Da più di dieci anni è uno dei librai di riferimento della città. I santi d’argento è il suo primo romanzo.

Gianmario Villalta

Gian Mario Villalta è nato a Visinale di Pasiano (Pordenone) nel 1959. Liceo Scientifico a Pordenone. Laurea in Lettere Moderne all’università di Bologna. Prime pubblicazioni sulle riviste “il verri” di Luciano Anceschi, su “Studi di Estetica” e su “Alfabeta”, ancora alla metà degli anni  ’80. Negli anni successivi scriverà anche su ClanDestino, Tratti, Nuovi Argomenti, Testo a Fronte, Baldus, Diverse Lingue. Insegna in un liceo dal 1984. Ha pubblicato i libri di poesia:
in dialetto (veneto periferico): Altro che storie!, Campanotto 1988. Premio S. Vito al Tagliamento (giuria: Zanzotto, Naldini, Turoldo, Giacomini, Guarneri) ; Vose de Vose/ Voce di voci, Campanotto 1995. Premio Lanciano (giuria: Loi, Rosato, Giacomini, Serrao, …) (ristampato nel 2009); Revoltà, Biblioteca Civica di Pordenone, 2003
in italiano: Traccia, Niemandswort, Bologna 1982; Limbo, Nuova Compagnia Editrice, Forlì, 1988; L’erba in tasca, Scheiwiller. Premio Laura Nobile (giuria: Fortini, Luperini, Nava,…); Malcerti animali, in Terzo quaderno italiano, Guerini e Associati, 1992; Nel buio degli alberi, Circolo culturale di Meduno, 2001; Vedere al buio, Sossella 2007; Vanità della mente, Mondadori, 2011 (Premio Viareggio 2011). Tradotto in antologie e riviste in Francese, Inglese, Sloveno, Serbo, Olandese. Numerosi gli studi e gli interventi critici su rivista e in volume – tra questi i saggi: La costanza del vocativo. Lettura della “trilogia” di Andrea Zanzotto, Guerini e Associati 1992 e Il respiro e lo sguardo. Un racconto della poesia italiana contemporanea (Rizzoli 2005). Ha curato inoltre i volumi: Andrea Zanzotto, Scritti sulla letteratura, Mondadori 2001 e, con Stefano Dal Bianco: Andrea Zanzotto, Le Poesie e prose scelte, “I Meridiani” Mondadori 1999. Tra gli altri interventi, da ricordare che nel 2007 ha redatto l’aggiornamento della voce Poesia per l’Enciclopedia Italiana Treccani e nel 2014 un suo contributo su Belli e uno sul verso libero fanno parte del 3° volume dell’Atlante della Letteratura Italiana Einaudi. Nel 2002  inizia l’avventura pordenonelegge, il festival della lettura e del libro, che da allora è cresciuto fino a diventare uno dei più importanti in Italia.Il suo primo libro di narrativa, Un dolore riconoscente, è uscito presso Transeuropa nel 2000. Poi sono venuti i romanzi Tuo figlio, Mondadori 2004, (vincitore al Vittorini, al Fenice Europa, supervincitore del Napoli – vincitore del “primo romanzo italiano” a Chambery) e Vita della mia vita, Mondadori 2006 e Alla fine di un’infanzia felice (Mondadori 2013) (due finali di premi: Dessì e Fabriano). Nel 2009 ha pubblicato il non-fiction Padroni  a casa nostra (Mondadori): un ritratto del Veneto e del Friuli Venezia Giulia tra fraintendimenti e conflitti.

Giulia Valeria Sonzogno

Dottoranda in Urban Studies and Regional Science, Social Sciences, presso il Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, referente per il Comitato Tecnico Aree Interne presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del progetto Officina Giovani Aree Interne.

Giuliana Pala

Giuliana Pala è nata a Oristano nel 1997. È laureata in Lettere moderne. È stata collaboratrice del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna ed è tra i fondatori de Lo Spazio Letterario. Ha lavorato come assistente e lettrice per la Georg-August Università di Gottinga. È vincitrice del premio Esordi 2022 Pordenonelegge. Attualmente vive e studia Italianistica a Bologna.

Giuseppina Pintus

Nasce nel 1997 a Cagliari e vive a Seneghe. Laureata all’Università degli Studi di Cagliari, è una geologa e lavora a Torino per la progettazione di infrastrutture in Italia e all’estero. Da 13 anni vive il Cabudanne de Sos Poetas sia all’interno del laboratorio di teatro della “Non Scuola” di Ravenna tenuti da Roberto Magnani a Seneghe, prima come allieva poi come aiuto-guida nelle edizioni dal 2017 al 2019, sia come volontaria e socia. Grazie alla compagnia teatrale “Il Teatro delle Albe” e ai laboratori della Non Scuola, scopre e coltiva la sua grande passione per il teatro e la poesia, partecipando a “Eresia della Felicità” a Sant’Arcangelo di Romagna nel 2011 e a Milano nel 2015.

Isabella Tore

Isabella Tore
Seo naschia in su 1965 in Busache; dae su 2000 bivo e traballo in Aristanis.
Dae trint’annos seo una maista de iscola primàrgia. In su traballu meu impreo sa limba sarda semper e a
manera veicolare .
Dae su 2014 seo in su sòtziu “Storia sarda nella scuola italiana” . Sa punna de custa truma est a fraigare
una retza de autores e de docentes pro fàghere intrare s’istòria sarda in s’iscola italiana sende chi s’istòria
sarda mancat in sos manuales iscolasticos . In sa truma ddoe at diferentes professionalidades chi traballant
a indonu. Si cuncordant materiales ,de impreare in totus sas classes de s’iscola de òbligu, a cunforma de sos
inditos cronològicos de su ministèriu. Est una punna prus che totu culturale: acrèschere in sos pipios sa
connoschèntzia de s’istòria issoro e sa cussièntzia de sas arraighinas issoro. Sos materiales sunt in pdf e si
podent iscarrigare liberamente dae su giassu www.lastoriasarda.com
Cun s’assòtziu “BiA – Bilinguismu in Aristanis” dae su 2017 e fintzas a su 2020 in Aristanis, aus cuncordadu
4 cursos de limba sarda, cunferèntzias a tema e unu ciclu de cortometràgios, semper in limba sarda.
Sa pesta de su Covid at favorèssidu sa nàschida de un’àtera faina in ue apo collaborau, “Rexonadas de
sardu in sa retza”: sunt atòbios, lìberos o a tema, in su web in ue est richiestu de s’espressare solu in sardu,
a cuforma de sas pròprias cumpetèntzias. Sa retza permitit sa partecipatzione de pessones chi sunt in logos
diferentes e a tesu s’unu cun s’àteru ma, prus che totu, est unu logu in ue si podet foeddare su sardu.
Difati, no est semper fàcile a agatare pessones pro allegare impreande sa limba nostra.
Dae su 2021 seo ativista in ANS, Assemblea Natzionale Sarda, referente de s’Assemblea Settoriale Limbas.
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Sono nata nel 1965 a Busachi; dal 2000 vivo e lavoro a Oristano.
Da quasi trent’anni sono docente di scuola primaria. Nel mio lavoro utilizzo la lingua sarda in maniera
sistematica e in forma veicolare.
Dal 2014 faccio parte del gruppo “Storia sarda nella scuola italiana”. Lo scopo del gruppo è creare una
rete di autori e insegnanti per portare la storia sarda nella scuola italiana, vista la sua attuale assenza nei
testi scolastici in adozione. Il gruppo è formato da diverse professionalità, che agiscono su base volontaria.
Vengono predisposti dei materiali utilizzabili nelle diverse classi della scuola dell’obbligo che seguono
l’inquadramento cronologico indicato dai programmi ministeriali. L’operazione ha un obiettivo
esclusivamente culturale: accrescere nei ragazzi la conoscenza della propria storia e la coscienza e la
consapevolezza delle proprie radici. Il materiale è proposto in formato pdf liberamente scaricabile dal sito
www.lastoriasarda.com .
Con il gruppo “BiA – Bilinguismu in Aristanis” dal 2017 e fino al 2020 abbiamo organizzato a Oristano 4
corsi di lingua sarda, conferenze a tema e un ciclo di cortometraggi, sempre in lingua sarda.
La diffusione del Covid ha favorito la nascita di un’altra iniziativa a cui ho preso parte, “Rexonadas de sardu
in sa retza”: si tratta di incontri, liberi o a tema, sul web durante i quali viene richiesto di esprimersi
solo ed esclusivamente in sardo, secondo le proprie competenze. La rete permette la
partecipazione di persone che stanno in luoghi differenti e lontani tra loro, ma soprattutto offre un
ambito dove si può “parlare in sardo”. Non è, infatti, sempre possibile trovare persone con le quali
conversare usando la nostra lingua.
Dal 2021 sono attivista in “ANS, Assemblea Natzionale Sarda”, referente dell’Assemblea Settoriale
Limbas

Juan Vincent Piqueras

Juan Vicente Piqueras è un caso singolare nella poesia spagnola contemporanea. Nato e cresciuto in campagna, in una casa senza acqua e senza libri, nel piccolo villaggio di Los Duques de Requena (Valencia), ha pubblicato il suo primo libro, “Tentativas de un héroe derrotado”, nel 1985. Laureato in Filologia Spagnola all’Università di Valencia, ha lasciato presto la Spagna e ha vissuto, e scritto le sue opere, in Francia, Italia (dichiara che Roma è la sua “anima città”), Grecia, Algeria, Portogallo, e ora Giordania.

Ha lavorato come attore, sceneggiatore, annunciatore radio, sottotitolatore di film, traduttore e professore di spagnolo per stranieri. Si è dedicato alla poesia e alla diffusione della lingua e della cultura spagnola ed ispanoamericana. Lavora per l’Istituto Cervantes. Da settembre 2019 abita ad Amman.

Sedici i libri di poesia pubblicati: “Tentativas de un héroe derrotado” (1985), “Castillos de Aquitania” (1987), “La palabra cuando” (1991, premio José Hierro), “La latitud de los caballos” (1999, premio Antonio Machado), “La edad del agua” (2004), “Adverbios de lugar” (2004), “Aldea” (2006, premio Valencia e premio del Festival Internacional de Medellín), “Palmeras” (2007), “La hora de irse” (2010, premio Jaén de poesía), “Yo que tú” (2012), “Atenas” (2013, premio Loewe), “El cielo vacío” (2013), “La ola tatuada” (2015), “Padre” (2016), “Animales” (2017), “Narciso y ecos” (2017) e “Ascuas” (2019).

In Italia ha pubblicato: “Mele di mare” (ed. Le Lettere, Firenze, 2003), “Palme” (ed. Empiría, Roma, 2005) “Braci” (ed. Empiría, Roma, 2010), “Avverbi di luogo” (Lietocolle, 2019), “Vigilia di restare” (Multimedia Edizioni, Salerno 2018) e “Padre” (2021).

Intensa la sua attività di traduttore: “Poesía Completa” di Tonino Guerra (2011), “Una calle para mi nombre” (antologia del poeta bosniaco Izet Sarajlic, 2003), “Cosecha de ángeles” (antologia della poetessa rumena Ana Blandiana, 2007), “El hambre del cocinero” e “Encima del subsuelo” di Kostas Vrachnós (2008 e 2014), “El huésped en el bosque” (antologia di Elisa Biagini, 2010), “Refugiarme en una palabra” di Cesare Zavattini (2016) e “Mordiscos y plegarias” di Sabrina Foschini (2020).

Ha partecipato nel 2000 a “Verba Volant. Incontri internazionali di poesia” a Salerno e a “Lo spirito dei luoghi. Incontri internazionali di poesia” nella Casa della poesia, nel 2001 alla manifestazione “Poesia contro la guerra” e nel 2002 a “Il cammino delle comete” a Pistoia e agli “Incontri internazionali di poesia a Sarajevo” nel 2002 e nel 2003, a “La poesia resistente” nel 2012.

Lo stato dei luoghi

La Rete Lo Stato dei Luoghi è composta da organizzazioni e persone che agiscono sull’attivazione di luoghi, gestione di spazi oppure coinvolte in esperienze di rigenerazione a base culturale nel nostro Paese, promosse e gestite da soggetti privati o del privato sociale, spesso in collaborazione con istituzioni pubbliche ed enti locali.

La Rete lavora per affermare un nuovo ruolo della cultura e dei luoghi abitati dalle socie e dai soci, per innovare le pratiche culturali, artistiche, educative, di welfare e favorire le produzioni artistiche contemporanee di ricerca.

Lo Stato dei Luoghi dà priorità all’impatto complesso sulle comunità dove intende diffondere la conoscenza e promuovere l’avanzamento della discussione pubblica sui temi della rigenerazione urbana a base culturale.  I centri culturali, che aderiscono alla Rete, rappresentano già i nuovi luoghi della cultura in grado di rispondere alle sfide della contemporaneità, sono già le nuove istituzioni culturali che nascono da un patto fiduciario di numerose comunità territoriali.

Luca Pinna

Diplomato ceramista all’Istituto Statale d’Arte “Carlo Contini” di Oristano nel 2003, lascia la Sardegna per approfondire la sua ricerca sulle arti grafiche nel Regno Unito frequentando la University of East London. Allievo di Antony Gormley a Londra, lavora inoltre agli allestimenti delle più grandi gallerie d’arte di fama internazionale: White Cube, galleria continua, Massimo De Carlo per citarne alcune. Collabora con il Museo Nivola di Orani e l’associazione Perda Sonadora.

Luciano Piu e Maria Illotto

Maria frequenta la Scuola d’Arte di Oristano, mentre Luciano si forma da autodidatta. Il sodalizio artistico e sentimentale, che ha inizio nel 1972, permette la commistione dei due approcci differenti, attraverso la fusione costante di tecnica e gesto istintivo. Nelle opere della Illotto, le figure ritratte sono prevalentemente le donne del paese(Seneghe) e le anziane, colte nei momenti della vita quotidiana. In tutti i suoi lavori, anche quelli meno figurativi, sono presenti motivi di riflessione sul femminile, in cui le forme traducono il mistero di una natura che oscilla tra l’accoglienza e la prigionia. Luciano ha trovato nei quadri di grande formato e nelle sculture in basalto, la forma espressiva a lui più congeniale, con risultati di forte impatto sullo spettatore. La pietra locale non si cristallizza nelle opere degli artisti seneghesi, ma consente il fluire della natura vivente, in cui richiami al primordiale raccontano il segreto e il mistico di un territorio ancora da scoprire. Negli anni ‘70 gli artisti entrano a far parte del gruppo di Antonio Amore, lavorando insieme e prendendo parte a diverse collettive, fino agli anni 80, quando i due artisti rafforzano il loro sodalizio artistico staccandosi dal gruppo. Insieme, espongono a Roma, Milano, Sassari. Nel 1990 la loro arte trova dimora in un’antica casa del centro storico di Seneghe che diventa il loro laboratorio e spazio espositivo. Lo “studio-galleria” ospita da allora una mostra permanente, offerta secondo il criterio di libertà e istinto che è da sempre costante del loro lavoro. Le opere si presentano al visitatore prive di coordinate e denominazione, volontariamente destinate a una fruizione spontanea, in cui trovano spazio il caotico, il rifiuto, la paura e l’attrazione, per opere che a distanza di anni non perdono il loro elemento vitale.

Lìberos/Éntula/Progetto InCoros

Lìberos
Lìberos è un’associazione nata per promuovere la lettura in Sardegna e lavora per migliorare l’accesso a un’offerta culturale di qualità a partire dal dialogo con le comunità, le scuole, le imprese e le istituzioni per raggiungere tutti quei luoghi dove le occasioni di incontro e crescita culturale sono più rari.

Éntula
Éntula è stato fondato nel 2013 da Lìberos con l’obiettivo di contribuire alla coesione sociale delle piccole comunità della Sardegna e di rendere la fruizione culturale consueta, specie nei centri esclusi dai grandi eventi. Il festival è diffuso nello spazio, perché interessa tutto il territorio sardo, e nel tempo, poiché è articolato in quasi tutto l’anno solare.

Progetto InCoros
Nato con la volontà di rigenerare la comunità di Codrongianos, perché sia capace non solo di immaginare un modello diverso di accoglienza, ma per essere messa in condizione di costruire percorsi di nuova economia e potenziamento del tessuto sociale, il progetto InCoros è risultato vincitore del bando borghi storici del Ministero della Cultura, finanziato con i fondi del PNRR.
Gli obiettivi sono numerosi e interessano diversi aspetti, tra cui quello culturale. Al riguardo sono previsti, tra gli altri, attività laboratoriali nelle scuole, presentazioni di libri, coordinamento di gruppi di lettura, organizzazione di momenti di scambio che facilitino la creazione di una nuova cultura di comunità.

Manolo Luppichini

Manolo Luppichini è regista, autore e filmmaker. Negli ultimi 30 anni ha dato vita a numerosi progetti media pionieristici che combinano nuove tecnologie, questioni sociali e arte.

Ha prodotto reportages, documentari, video musicali, campagne pubblicitarie e contenuti trans-mediali filmando in Europa, Stati Uniti, Africa, Medio Oriente e Asia meridionale.

Marcello Marras

Nato e cresciuto a Ghilarza, tra un ballo sardo, un canto a cuntzertu e una suonata, si laurea in antropologia. Dal 1996 al 2005 ha lavorato per ISSA (Istituto Studi sull’Ambiente) in qualità di progettista, formatore, coordinatore e ricercatore, collaborando con scuole di ogni ordine e grado, Amministrazioni locali, Associazioni per la progettazione e realizzazione di percorsi didattici, formativi e culturali. Il poter frequentare tanti paesi gli ha permesso di continuare a ballare, cantare e suonare imparando così danze e musiche di tante comunità sarde. Proprio per questa esperienza di girovago, come il dolce Remi, dal 2007 al 2014 è docente di Etnocoreografia della Sardegna e di Laboratorio e studio della musica sarda nel corso di Etnomusicologia presso il Conservatorio Statale di Musica “G. P. da Palestrina” di Cagliari. Dal 2006 è direttore del Centro Servizi Culturali U.N.L.A. di Oristano, fatto questo che rallenta il suo nomadismo continuo. Ogni tanto, quando non balla, canta o suona, scrive delle sue esperienze spacciandole per ricerche che conduce da oltre trent’anni: la tesi di laurea dedicata ai Carnevali di Aidomaggiore e Ghilarza; Un paese in ballo. Danza e società nel carnevale seneghese (Condaghes Edizioni); i Volumi 8 e 9 Strumenti musicali, dell’”Enciclopedia della Musica Sarda” pubblicata da L’Unione Sarda, Cagliari, 2012. Questi ultimi, per fortuna dei lettori, realizzato con un curatore scientifico serio, con Marco Lutzu.
Vista la sua passione per la musica e il fare musica la sua fiaba preferita è Il pifferaio di Hamelin. È convinto che suonando per le vie con i suoi “magici” strumenti possa condurre al Centro tante persone.

Marco Corsi

Nato in Toscana nel 1985, vive a Milano dove lavora nell’editoria. Ha curato alcune rassegne di poesia e pubblicato diversi contributi dedicati alla poesia italiana contemporanea, una monografia su Biancamaria Frabotta, un libro intervista con Franco Buffoni, e curato un volume di testimonianze critiche per Anna Cascella Luciani. Sue poesie sono apparse su importanti riviste e blog letterari. La sua prima silloge, Da un uomo a un altro uomo, nel 2015 è stata inclusa nel Dodicesimo quaderno italiano (Marcos y Marcos) e nello stesso anno ha vinto il Premio Cetonaverde Poesia sezione giovani. Nel 2017 ha inaugurato la collana “Lyra giovani” di Interlinea con Pronomi personali (Premio Maconi e selezione Premio Fogazzaro e Premio Ceppo).

Foto credit: Dino Igini

Marco Martinelli

Nasce a Reggio Emilia il 14 agosto 1956.

Nel 1977 sposa Ermanna Montanari e insieme cominciano il proprio apprendistato teatrale, lavorando fino al 1983 in diversi gruppi, allestendo testi di Beckett, Buchner, Campanile.

Nel 1983 fonda, insieme a Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni, il Teatro delle Albe: opera nella compagnia in qualità di drammaturgo e regista. Tra i primi lavori di Martinelli con le Albe ricordiamo Ruh. Romagna più Africa uguale, Siamo asini o pedanti?, I Refrattari e I ventidue infortuni di Mor Arlecchino, rielaborazione goldoniana che ha avuto molta risonanza in Italia e in Europa, tradotta in diverse lingue, centrata sulla singolare figura di un Arlecchino africano.

La critica specializzata e gli studiosi hanno sottolineato “il talento di un regista fra i più intelligenti e originali” (Palazzi), vedendo nella forza espressiva del drammaturgo-regista e nella vitalità delle Albe “un uomo-teatro iperrealista e un collettivo di irriducibili individualità” (Meldolesi); e l’esperienza di “meticciato teatrale” tra attori italiani e senegalesi (da anni componente stabile della compagnia) è stata definita come “l’ultima riprova che la fabbrica del teatro africano è in Europa, come già ci avevano ammonito Genet e Brook” (Quadri).

Nel 1991 è nominato direttore artistico di Ravenna Teatro, “Teatro Stabile di Innovazione”.

Nel 1995 vince il Premio “Drammaturgia In/Finita”, promosso dall’Università di Urbino, con il testo Incantati, una parabola sul gioco del calcio nella periferia romagnola. Nel 1996, in qualità di direttore artistico, ritira per Ravenna Teatro il Premio Ubu “per l’impegno e la ricerca linguistica”, mentre nel 1997 vince il Premio Ubu per la drammaturgia di All’inferno!, un originale affresco da Aristofane prodotto da Ravenna Festival. Infine è del giugno 1999 il Premio Hystrio a lui attribuito per la regia.

Nel maggio 2000 esce il libro “Jarry 2000″, edizione Ubulibri, che racconta i lavori, Perhindérion e I Polacchi, ispirati all’opera di Alfred Jarry, che hanno portato le Albe ai vertici della scena italiana. I Polacchi ha ricevuto tre nomination al Premio Ubu 1999 (“miglior spettacolo”, “miglior regia”, “miglior attore under 30”), il Premio della giuria al Fadjir International Festival 2002 di Teheran, il Golden Laurel 2003 (“miglior regia” a Marco Martinelli e “migliore attrice” a Ermanna Montanari) al Festival Internazionale “Mess” di Sarajevo.

Nel 1999, insieme a Ermanna Montanari, inventa il “Cantiere Orlando”, ricognizione nell’universo dei poemi cavallereschi rinascimentali: in tale contesto cura la regia de L’isola di Alcina di Nevio Spadoni produzione di Ravenna Festival e della Biennale di Venezia (nomination come “miglior spettacolo” e Premio Ubu alla Montanari quale “miglior attrice” 2000) e le riscritture di Baldus da Teofilo Folengo e di Sogno di una notte di mezza estate da Shakespeare.

Nel campo della lirica Marco Martinelli firma la regia de La Locandiera di Pietro Auletta (1997), prodotto da Ravenna Festival e Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti (2001), una produzione del Teatro Comunale di Bologna.

Tra il 2003 e il 2004 dirige il corso di nove mesi Epidemie-percorso per la crescita professionale dell’attore, organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione e Ravenna Teatro (finanziato dal Fondo Sociale Europeo, dalla Regione Emilia Romagna e dal Ministero del Lavoro), da cui escono 15 degli attori di Salmagundi, favola patriottica, scritto e diretto dallo stesso Martinelli, che debutta a Mittelfest 2004.

Nel febbraio 2005 firma la regia dello spettacolo La Mano, “de profundis rock”, tratto dal romanzo omonimo di Luca Doninelli e coprodotto da Le manège.mons (Belgio) e dai Festival italiani Ravenna Festival e Le Colline Torinesi.

Tra maggio e giugno 2005 Marco Martinelli, insieme ad Ermanna Montanari, Maurizio Lupinelli e Mandiaye N’diaye, è a Chicago per cinque settimane con un intenso programma di spettacoli e laboratori. Cuore del progetto, il lavoro con un gruppo di studenti africani della Senn School, volto all’allestimento di una nuova versione de I Polacchi. Al fianco dei tre attori protagonisti, un coro di dieci adolescenti provenienti dalla Nigeria, dal Sudan, dall’Etiopia, dall’Eritrea, dal Camerun e da Haiti. Il progetto ha visto uniti nel sostegno enti pubblici e privati sia italiani che statunitensi.

Nell’ottobre 2005 cura la regia di una “lettura pubblica” del testo di Elsa Morante La canzone degli F.P. e degli I.M., che vede in scena i quattro giovani attori del Teatro delle Albe.

Nel novembre 2006 mette in scena due spettacoli: LEBEN, drammaturgia di Marco Martinelli e Sterminio (Premio Ubu 2007 a Marco Martinelli come “migliore regia”), di Werner Schwab, che insieme costituiscono un dittico sull’ineluttabilità e l’universalità del male.

Nel gennaio 2007 è in Senegal, dove lavora insieme a Ermanna Montanari e Mandiaye N’Diaye a una nuova “messa in vita” de I Polacchi, sulla scia dell’esperienza di Chicago. Lo spettacolo Ubu buur debutta nel cuore della savana, nel villaggio di Diol Kadd, con un coro di Palotini senegalesi. Ubu buur viene presentato in prima europea al Festival des Francophonies en Limousin (Francia), che lo ha anche coprodotto, in prima nazionale al Teatro Festival Italia di Napoli e a VIE Scena Contemporanea Festival di Modena, nell’autunno 2007.

Nel giugno 2008 cura la regia di Rosvita, lettura-concerto in cui Ermanna Montanari torna, dopo diciassette anni, ad affrontare l’opera della monaca-drammaturga sassone del X secolo nel doppio ruolo di interprete – insieme a Cinzia Dezi, Michela Marangoni e Laura Redaelli – e autrice del testo. 

Nell’ottobre 2008 cura la regia di Stranieri di Antonio Tarantino, nuovo approdo alla drammaturgia contemporanea del Teatro delle Albe.

Nel 2009 firma la regia e le luci di Ouverture Alcina, performance vocale di Ermanna Montanari su testo di Nevio Spadoni e musica di Luigi Ceccarelli, spettacolo che riscuote un grande successo di pubblico e critica in occasione delle numerose recite in varie città del mondo: da New York in collaborazione con il Coil Festival e Under the radar festival, a Mosca nell’ambito del Festival internazionale “Stanislavskij Season”, da Tunisi al festival Journées Théâtrales de Carthage, a Berlino al festival Theater/Teatro a Limoges al Festival des Francophonies en Limousin.

Nel 2010 le Albe si immergono nell’opera di Molière, che vede il debutto di due spettacoli, all’estero in Italia. Dopo una lunga residenza artistica in Belgio debutta a Mons, in Belgio, detto Molière, scritto e diretto da Marco Martinelli, un evento corale che vede in scena una tribù di 40 persone, tra attori professionisti (italiani e belgi), musicisti, studenti del Conservatorio di Mons e adolescenti delle aree di confine tra Francia e Belgio: uno spettacolo inusuale, una vera e propria festa del teatro che coinvolge il teatro e la città che lo accoglie. Lo spettacolo ha visto uniti nella coproduzione e nella tournée le manège.mons e la Maison de Culture di Tournai (Belgio) e La Rose des Vents Scène Nationale Lille Métropole (Francia). Secondo spettacolo del dittico molieriano, L’Avaro debutta nell’aprile 2010, prodotto da Ravenna Teatro in collaborazione con AMAT (Associazione Marchigiana Attività Teatrali) e ERT (Emilia Romagna Teatro Fondazione), e vede impegnata l’intera compagnia delle Albe, diretta da Marco Martinelli attorno a un Arpagone, fantasma-burattino del potere, impugnato come un’arma da Ermanna Montanari. 

Sempre nel 2010 debutta Rumore di acque, testo e regia di Marco Martinelli, un intenso monologo capace di trasfigurare in grottesca e malinconica poesia la cronaca tragica dei barconi alla deriva nel Mediterraneo. Lo spettacolo ottiene il patricinio di Amnesty International, e il testo Rumore di acque (pubblicato in Italia da Editoria & Spettacolo) suscita un grande interesse anche all’estero: nel 2011 è tradotto in inglese da Tom Simpson e pubblicato sulla rivista California Italian Studies; nel 2012 è tradotto in francese da Jean Paul Manganaro. 

Nel 2012 debutta PANTANI, testo e regia di Marco Martinelli, che vede impegnata tutta la compagnia, con il quale Martinelli vince il Premio Ubu 2013 come “migliore novità italiana (o ricerca drammaturgica)”.

Nel 2014 debutta Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, ideazione Ermanna Montanari e Marco Martinelli, autore del testo e regista dello spettacolo sulla leader birmana premio Nobel per la pace nel 1991.

Nel 2015 firma la regia di LUṢ, concerto spettacolo di Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato, produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione con il Teatro delle Albe. Sempre lo stesso anno scrive e mette in scena Slot Machine.

Nel 2015 è scelto a rappresentare l’eccellenza teatrale nel quadro delle manifestazioni per Mons “capitale europea della cultura”, insieme a Joel Pommerat, Wim Vandekeibus, Wadji Mowad, Denis Marleau. In quell’occasione, oltre a una singolare messa in scena corale di Bruits d’eaux, dirige una “mise en lecture” di un suo testo degli anni Ottanta, Bonifica, tradotto in francese da Laurence Van Goethem col titolo La plage de Daura.

Nel 2016 dirige il suo primo film, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, ispirato allo spettacolo di cui è protagonista Ermanna Montanari.

Nel 2017 debutta Maryam, testo di Luca Doninelli, musica di Luigi Ceccarelli, spettacolo dalla forte natura performatica di cui Martinelli firma la regia insieme alla Montanari.

Nel 2017 insieme a Ermanna Montanari firma l’ideazione, la direzione artistica e la regia di INFERNO Chiamata pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri (prima anta del progetto LA DIVINA COMMEDIA 2017-2021) prodotto da Ravenna Festival in coproduzione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro. A Martinelli e Montanari viene assegnato il Premio Ubu 2017 al “miglior progetto curatoriale” per INFERNO. La seconda anta del progetto, PURGATORIO, vede nel 2019 un doppio debutto a Matera, in occasione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, e a Ravenna, nell’ambito di Ravenna Festival.

Nel 2018 scrive e mette in scena -insieme a Ermanna Montanari- Va pensiero, affresco corale capace di far luce sulla corruzione mafiosa in Emilia Romagna. Saluti da Brescello (di Marco Martinelli) ne costituisce il prologo, in forma di dialogo tra le statue di Peppone e Don Camillo nella piazza di Brescello.

Per questi due lavori viene conferito a lui e a Ermanna Montanari il Premio Articolo 21 e della Federazione Nazionale Stampa Italiana, assegnato nella stessa occasione anche a Donato Ungaro, la cui vicenda biografica è stata utilizzata come prima “fonte” per gli spettacoli.

Sempre nel 2018 scrive e firma la regia-insieme a Ermanna Montanari- di fedeli d’Amore, polittico in sette quadri per Dante Alighieri.

Nell’autunno 2019 esce il suo secondo film, The sky over Kibera, presentato al Filmmaker Festival di Milano, che racconta la “messa in vita” della Divina Commedia nell’immenso slum nel cuore di Nairobi con 150 bambini e adolescenti delle scuole locali in relazione alla Fondazione AVSI. 

Marco Martinelli è fondatore, insieme a Maurizio Lupinelli, della non-scuola del Teatro delle Albe, esperienza teatrale all’interno delle scuole superiori di Ravenna nata nel 1991 e tuttora in atto, che coinvolge ogni anno oltre 400 giovani, e che è divenuta punto di osservazione per molti studiosi ed addetti ai lavori. Nel 2006 la non-scuola approda a Napoli trasformandosi in ARREVUOTO, un’iniziativa triennale del Teatro Mercadante, diretta da Martinelli, a cura di Roberta Carlotto, per la quale Marco Martinelli riceve nel 2006 il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come progetto speciale. Nel 2007 nasce PUNTA CORSARA, sempre per la direzione artistica di Martinelli, col sostegno della Fondazione Campania Festival, che porta a maturazione la scommessa di un teatro a Scampia. Nel gennaio 2011 parte il progetto CAPUSUTTA, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lamezia Terme, di cui Martinelli è direttore artistico, che vede impegnati il Teatro delle Albe e Punta Corsara in una serie di laboratori teatrali con gli adolescenti lametini. Nel luglio 2011 all’interno del festival Santarcangelo 41 il Teatro delle Albe presenta ERESIA DELLA FELICITÀ, una creazione a cielo aperto sul solco della non-scuola diretta da Martinelli (Premio Speciale Ubu 2012 come pedagogo): un plotone gioioso di duecento adolescenti, provenienti da tante città e paesi del mondo, che in maglietta gialla imbracciano i versi crepitanti di Vladimir Majakovskij, scritti quando lui pure era un giovane ribelle, e sentiva la tempesta nell’aria. 

Nel maggio 2016 viene nominato Presidente onorario della CUT, la Consulta Universitaria del Teatro, l’associazione che riunisce i docenti universitari italiani di materie teatrologiche. In quanto figura di artista e intellettuale, capace di coniugare la pratica artistica allo spessore teorico, Martinelli eredita il posto di Giuliano Scabia.

Pubblicazioni

Dal 1986, Martinelli ha pubblicato i suoi testi teatrali per numerose case editrici: Ravenna africana, Essegi, Ravenna, 1988; Teatro impuro, Danilo Montanari Editore, Ravenna, 1997; Jarry 2000, Ubulibri, Milano, 2000; Ravenna viso-in-aria, Longo Editore, Ravenna, 2003; Suburbia, molti Ubu in giro per il pianeta, libro+DVD, Ubulibri, Milano, 2008; LEBEN, operina in valigia, Editoria & Spettacolo, 2009; Rumore di acque, Editoria & Spettacolo, 2010.

Il 2014 vede un’intensa attività editoriale: Luca Sossella editore pubblica PANTANI, di Marco Martinelli, testo dello spettacolo che inaugura una nuova collana dedicata alla scrittura teatrale a cura di Jacopo Gassman. Titivillus edizioni pubblica Primavera eretica “scritti e interviste:1983-2013” di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, un breviario che attraversa i trenta anni di attività della compagnia, con sette postfazioni di Massimo Marino, infine, contestualmente al debutto dello spettacolo, Luca Sossella editore pubblica Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi. Nello stesso anno il testo Rumore di acque conosce un grande successo all’estero e viene tradotto e pubblicato in varie lingue: negli U.S.A. col titolo Noise in the waters (Bordighera, 2014); in Belgio Bruits d’eaux (insieme al testo La plage de Daura, Lansman editeur, 2015); in Romania col titolo Rumoare în ape (nell’antologia Dramaturgie italianâ contemporanâ, pubblicata da Fundatia Culturala “Camil Petrescu”, 2015).

Nel 2016 esce Aristofane a Scampia. Come far amare i classici agli adolescenti con la non-scuola, edito dalla fiorentina Ponte alle Grazie, in cui Martinelli racconta l’esperienza della non scuola, nata a Ravenna negli anni novanta e da allora divenuta un fenomeno “contagioso” esportato in tutta Italia e nel mondo.

Nel 2017 Ponte alle Grazie pubblica Nel nome di Dante, diventare grandi con la Divina Commedia.

Martinelli ha inoltre pubblicato scritti e articoli su numerose riviste: Teatro e Storia (diretta da Mirella Schino), Prove di Drammaturgia (diretta da Gerardo Guccini), Riga (diretta da Marco Belpoliti e Elio Grazioli), Lo Straniero (diretta da Goffredo Fofi), e doppiozero.com (diretta da Marco Belpoliti e Stefano Chiodi).

Maria Edgarda Marcucci

Maria Edgarda Marcucci (Roma, 1991) scrive e traduce.
Negli anni però, per mantenersi, ha fatto la barista, la cameriera, la baby-sitter, la venditrice di panettoni e molti altri lavori, uno più precario dell’altro. Dal 2011 è attiva in diversi movimenti sociali e tra il 2017 e il 2018 si è unita alle Ypj, unità combattenti femminili fondate nel 2013 in Rojava (Kurdistan), che sono state protagoniste della sconfitta militare e territoriale dell’Isis. Al ritorno in Italia, dopo un anno di udienze, il 17 marzo 2020 è stato emesso un decreto di sorveglianza speciale nei suoi confronti per due anni, perché ritenuta «socialmente pericolosa».

Maria Elena Sini

Ha curato la prefazione de Su Cantu de su Ciddicoa e ha collaborato con l’Autore per la traduzione delle poesie in italiano.
E’ nata e vive a Sassari. Per molti anni ha insegnato in un Istituto di Scuola Media Superiore affiancando alla sua attività quella di blogger in una testata in cui ha scritto reportages di viaggi; si è occupata di recensioni di libri e di film e, attraverso il racconto di storie di donne, ha indagato la condizione femminile.

Maria Giovanna Filia

Maria Giovanna Filia ha promosso il progetto di traduzione delle poesie di Nanni Falconi in inglese e francese. Ha curato le traduzioni nelle due lingue.

E’ una dirigente sanitaria e consultrice per i sardi in Canada. È nata da genitori sardi a Montréal (Québec, Canada), città in cui ancora vive. È vissuta a Sassari per diversi anni e passa molto tempo in Sardegna.

Massimo Mancini

Massimo Mancini (Milano, 1967), dal 1992, lavora per diversi festival teatrali (Inteatro Polverigi, Teatro Alle Cave, TerniFestival…) ed è componente della rete IETM, di cui è stato nel consiglio di amministrazione dal 2003 al 2009. Grazie a questa dimensione internazionale, ha collaborato alla creazione di diverse reti europee per il programma Cultura dell’UE (in passato JungeHunde e DBM Danse Bassin Méditerranée) sino alle recenti InSitu, Stronger Peripheries, Island Connect. Ha inoltre sviluppato Miniatures (2009-2013), un progetto di cooperazione nell’area mediterranea con un evento finale a Marsiglia 2013 Capitale Europea della Cultura; è stato direttore generale del CRT Milano – che è stato il più importante centro di ricerca teatrale in Italia – fino al 2001. Nello stesso anno ha diretto il festival “Milano Estate”.
In quel contesto inoltre, ha creato il festival Short Formats e il CRT Danza – centro di promozione della danza, finanziato dal Ministero dei Beni Culturali. È stato consulente del Comune di Milano, Assessorato alle Politiche Giovanili, lavorando anche a progetti di cooperazione come BJCEM / GAI (rete dei Giovani Artisti Italiani) e come parte della commissione artistica del progetto Movin’Up.
È stato direttore generale di Indisciplinarte srl, società che ha gestito il CAOS, centro arti opificio siri di Terni, un centro culturale con una superficie di 6.000 metri quadri; il modello di gestione del CAOS è una buona pratica indicata dal Green Paper, documento che ha rappresentato il punto di riferimento delle nuove politiche comunitarie Creative Europe 2014-2020.
Direttore artistico della candidatura di Cagliari a Capitale Europea della Cultura, – finalista nella short list di 5 -, conferendo all’ambiente culturale della città una dimensione innovativa ed europea.
Nel 2017 è stato direttore artistico della candidatura di Nuoro a Capitale Italiana della Cultura 2020. Nel 2019 trascorre un periodo di aggiornamento professionale presso la Elbphilharmoniedi Amburgo (www.elbphilharmonie.de). Dal 2021 è membro del Comitato di Indirizzo per Lingue e Culture Moderne, Mediazione Linguistica, Lingue e Letterature Moderne Europee e Americane, Traduzione Specialistica e Interpretariato dell’Università di Cagliari.
Dal 2015 è direttore generale del Teatro di Sardegna che – sotto la sua direzione – è stato riconosciuto dal MiC come TRIC, riconfermato poi nel 2018 e nel 2021.

Matteo Illotto
Mauro Piredda

Giornalista “in ambas limbas”: è direttore della rivista musicale sarda Sa Scena; collabora con La Nuova Sardegna e Il Minuto – Notizie mediterranee; riempie cartelle anche per la rubrica Lapis (in sardo) di Sardinia Post e per il diario Limba sarda 2.0. Giornalismo e comunicazione fanno parte delle sue lezioni al Liceo Asproni di Nuoro (indirizzo “Linguaggi della comunicazione”). A scuola si è occupato di sardo veicolare nelle classi elementari. Operatore di sportello, ha diversi incarichi di formazione linguistica con corsi di sardo di livello base, intermedio e avanzato. Diverse le traduzioni nella nostra lingua tra le quali lo shakespeariano “Titu Andronicu” portato in scena dalla MaB teatro e il Photobook “Senza Mare” di Marina Spironetti. In contu de poesia è campione sardo di Poetry Slam nel 2018 e ha partecipato al progetto “Piré”, spoken & music (pirepoetry.bandcamp.com). Radici a Banari, cuore a Siniscola.

Foto credit: Ale Cucchi

Mussura Cooperativa di Comunità

La Cooperativa di Comunità Mussura nasce a Seneghe, nella regione storica del Montiferru. È qui che si trovano i nostri vigneti, tra i 300 e 500 metri s.l.m. Siamo un gruppo di amici e amiche, under 40: operai, enologi, gastronomi, architetti, ingegneri, comunicatori, grafici, antropologi. Donne e uomini che hanno deciso di rientrare e restare nel loro paese di origine. Siamo un’impresa agricola a gestione cooperativa, e ci dedichiamo principalmente alla gestione di vigneti, da cui produciamo e commercializziamo vini naturali e con un forte legame con il territorio. Offriamo inoltre servizi di gestione e conto-terzismo agricolo, progettazione e realizzazione eventi, per i quali possiamo anche curare la parte logistica. Organizziamo attività di turismo rurale e gastronomico, attività didattiche ed esperienziali su scala locale, anche attraverso servizi di ospitalità.

Nanni Falconi

Nanni Falconi, nato a Pattada (Sardegna – Italia) il 07/02/1950

Vive a Tempio Pausania (Sardegna – Italia)

Opere pubblicate:

2002 Coro de iscurigore, traduzione in sardo di Heart of Darkness di Joseph Conrad;

2003 Su Cuadorzu, primo romanzo in sardo (ed. Condaghes),

2005 Sa Gianna Tancada, secondo romanzo in sardo (ed. Condaghes);

2019 prima raccolta di poesie in sardo: Su grodde bos at a contare de me (ed. NOR), e nel 2021 una nuova edizione con la traduzione in italiano a fronte;

Nel 2022 Miali Pintus, una raccolta di racconti in italiano (ed. Maxottantottoedizioni).

Nel 2023 ha pubblicato la raccolta di poesie in sardo “Su Cantu de su Ciddicoa” pubblicato con le traduzioni in inglese, francese e italiano in formato ebook dalle edizioni Archivi del Sud. 

 

Nàschidu in Patada in su 1950, giai dae pitzinnu at incumentzadu at iscrìere poesias, in sardu e in italianu, e sa prima poesia publicada sua, in sa Nuova Sardegna, est de su 1972.

Crèschidu in una famìlia ligada meda a su mundu de su pastoriu, a pustis de sas iscolas at isseberadu de fàghere su pastore fintzas issu, isseberende de iscrìere fintzas pro ammustrare cussu mundu dae intro pro iscontzare sos istereòtipos e sas fàulas chi sa gente naraiat in subra de cuss’àmbitu sotziale. Sighende a istudiare de autodidata, at lèghidu e istudiadu sas òperas de Padre Luca Cubeddu e Pedru Pisurzi, e a pustis at incumentzadu a istudiare fintzas poetas de àteras limbas: italianos (a es. Ungaretti, Montale e Leopardi), frantzesos (Charles Baudelaire), inglesos (Thomas Stearns Eliot), ispagnolos, russos (Vladimir Majakovskji) e americanos de su Nord (Walt Withman e Edgar Lee Masters) e de su Sud (Pablo Neruda).

in su 1997 at abertu su primu situ ìnternet suo, “Sa domo de sa limba” e, a pustis, nd’at amministradu un’àteru, “limbasarda.it”, in ue at publicadu contos suos e tradutziones in sardu de T. S. Eliot e J. S. Borges.

In su 2002, cun sa domo editora Condaghes, at publicadu Coro de iscurigore, sa tradutzione sua de Hearth of Darkness de Joseph Conrad in limba sarda. Dae Conrad at, a pustis, pigadu ispiratzione pro s’òpera sua imbeniente de su 2003.[9]

In su 2003, difatis, semper cun sa Condaghes, at publicadu su de unu romanzu suo, Su cuadorzu, e in su 2005 su de duos, Sa gianna tancada. Antoni Arca at definidu Su cuadorzu unu libru chi “ponet unu puntu finale a sa narrativa sarda imbiligale, in ue totu su mundu girat a inghìriu de su bellu tempus passadu” e Sa gianna tancada “aberit sas bentanas de sa bidda a su mundu mannu e nos narat chi perunu sardu est istadu mai un’ìsula”, e Nicola Cantalupo at iscritu de Sa gianna tancada chi est “unu de is mègius libros iscritos in sardu in die de oe”.

In su 2013 sa Condaghes at publicadu sa tradutzione in tedescu de Su cuadorzu, chi in custa manera est divènnidu su primu romanzu iscritu in sardu e bortadu in cussa limba.

At collaboradu, in paris a àteros iscritores e istudiosos, a sa creatzione de su CROS, su curretore ortogràficu de sa limba sarda chi impreat sa norma ortogràfica LSC e chi est istadu presentadu in manera ufitziale su 25 de trìulas de su 2015.

In su 2019 at publicadu sa prima regorta de poesias suas, Su grodde bos at a contare de me, cun sa domo editora NOR, chi at torradu a publicare in su 2021 cun fintzas sas tradutziones in italianu.

In su 2022 at publicadu su primu romanzu suo in italianu, Miali Pintus, cun sa domo editora maxottantotto.

In su 2023 at publicadu, cun sa Archivi del Sud Edizioni de S’Alighera, sa de duas regorta de sas poesias suas, Su Cantu de su Ciddicoa, bortadas in inglesu, frantzesu e italianu dae Maria Giovanna Filia e Maria Elena Sini.

L’ebook è distribuito da BookRepublic ed è disponibile dal 1 marzo su tutte le piattaforme digitali.
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Scheda libro
Su Cantu de su Ciddicoa – poesia sardas – edizione multilingue © 2023 Archivi del Sud Edizioni / Nanni
Falconi
Traduzioni in inglese e francese di Maria Giovanna Filia; traduzioni in italiano di Maria Elena Sini; editing per il
sardo e l’italiano: Giovanni Muroni; grafica e ottimizzazione ebook Prometeo Design Sassari; ISBN
9791280385048 / prezzo di copertina 9,99€

link distribuzione

https://www.bookrepublic.it/ebook/9791280385048-su-cantu-de-su-ciddicoa-poesias-sardas-archivi-del-sud-
edizioni/

Paolo Solinas

Paolo Solinas, 1991. Seneghese, laureato in lingue e letterature straniere a Bologna, con specializzazioni in progettazione di sistemi turistici e sviluppo locale. Ha vissuto in Galles, in Spagna, a Bra e Rio de Janeiro per poi rientrare in Sardegna. Ha alle spalle una pubblicazione per elBullifoundation e Lavazza e diverse esperienze lavorative principalmente nel settore dell’istruzione, culturale, turistico e gastronomico. Attualmente è membro del direttivo dell’Associazione Perda Sonadora, socio della Cooperativa di Comunità Mussura e lavora per il GAL Terras de Olia come animatore polifunzionale.

Pierluigi Fais "Josto"

Originario di Bonacardo, classe 1982, prossima laurea in Economia, Pierluigi si trasferisce a Cagliari con  i genitori, la moglie Isa Pais e le sorelle Chiara, Valentina e Elisabetta nel giugno del 2017. Troppo piccola l’amata piazza oristanese per contenere le buone intenzioni di tutti. Nell’arco di pochi mesi la famiglia colonizza un paio di isolati del centro storico cittadino non con una ma con 3 insegne: un ristorante (Josto), una pizzeria (Framento) e una macelleria con cucina (Etto).  JOSTO. L’insegna ammiraglia dei Fais è un locale post-industriale ricavato in un vecchio deposito di legname. E’ diviso in due sale dalle luci basse e arricchito dalle playlist analogiche di vinili letti con un volume più alto della media (Capossela, Caparezza o funky Seventies). “Josto” è il nome di un combattente che osò sfidare l’esercito romano un paio di secoli prima di Cristo. I mulini a vento di Pierluigi sono i piccioni o i maialini da latte che dilagano, i ricci di mare pescati a strascico, la bottarghe d’importazione e tutte quelle contraddizioni o cattive abitudini di un’isola che farebbe bene a esplorare con più attenzione e virtù il suo potenziale.

Piero Marongiu

Pietro Marongiu è un giornalista pubblicista nato a Seneghe nel 1956. Ex Luogotenente dell’Esercito Italiano, per il quale ha svolto diverse missioni all’estero, oggi collabora con il quotidiano “La Nuova Sardegna” per il quale segue il territorio della provincia di Oristano e in particolare quello del Montiferru. Dalla sua passione per la storia e l’archeologia sono nate diverse trasmissioni televisive che trattano di cultura e tradizioni popolari, andate in onda su emittenti locali. Ha partecipato al Docufilm su Gigi Riva “Nel nostro cielo un Rombo di Tuono”, di Riccardo Milani. Ha pubblicato le raccolte di poesie Per amore solo per amore. Sospesi nell’infinito Epd,o e Pellegrino nel tempo PTM edizioni di Claudio Pia.  Per la Zattera di Alessandro Cocco ha pubblicato “La danza della farfalla” (2016) e Oltre la notte (2018).

Propagazioni Festival

Il Propagazioni Festival vuol essere un centro propulsore dal quale far circolare idee e farne scaturire di nuove. Promosso dall’associazione Heuristic di Oristano, ha l’intento di stimolare una profonda riflessione sull’attualità. Presentazioni di libri, dibattiti, conferenze, mostre, laboratori e spettacoli: gli incontri del Propagazioni Festival diventano cassa di risonanza per quei temi di cui le promotrici e i promotori sentono l’urgenza di discutere. Si vuole così raggiungere una nuova consapevolezza collettiva e cercare infine di progredire, apprendendo e formulando soluzioni condivise e applicabili.

L’associazione Heuristic | Heuristic è un’associazione culturale di base a Oristano che opera nelle arti, con particolare attenzione alla contemporaneità e alla sperimentazione. La progettualità dell’associazione è indirizzata con forza alla creazione di legami e collaborazioni tra le realtà artistiche isolane e il resto del mondo, attraverso scambi e partecipazioni, commissioni artistiche e produzioni inedite, che favoriscono lo scambio tra paesi e scene artistiche. Per l’estate 2023 l’associazione ha in programma la seconda edizione del Propagazioni Festival e la XVI edizione di Miniere Sonore, festival di musica elettronica e sperimentale.

Raffaella Marzano

Co-fondatrice e direttrice della Casa della Poesia di Baronissi. E’ traduttrice e interprete.

Re Common

ReCommon è un’associazione che lotta contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori per creare spazi di trasformazione nella società, in Italia, in Europa e nel mondo.

Crediamo che le persone vengano prima del profitto, ma siamo testimoni di devastazione sociale, di continue violazioni di diritti umani e di disastri ambientali che sono frutto di una logica esattamente inversa.

Roberto Erre (Erre Push)

Nasce a Carbonia (Sulcis, Sardegna). Si laurea in comunicazione all’Università di Roma “La Sapienza”. Lavora come visual designer freelance e per varie agenzie di comunicazione. Nel 2012 Fonda Studio Macchinette: playground creativo che realizza oggetti e grafiche interattive. Disegna e illustra per fanzine, auto-produzioni, case editrici alternative, realizza manifesti per iniziative underground, sociali e musicali. Nel 2016, insieme a Zerocalcare, firma Ultima fermata una storia a fumetti che racconta l’omicidio di Renato Biagetti.

Nel 2022 scrive e disegna Fàula Birdi,  graphic novel sulla ennesima scelta dall’alto ( questa volta verde)  in Sardegna.

Sardegna chiama Sardegna

Vogliamo far germogliare una stagione di progetti di cambiamento e impegno civico per spazzare via la rassegnazione, la paura e il risentimento. Non vogliamo testimoniare di averci provato, ma convincere la maggioranza di chi vive questa terra a scegliere di percorrere insieme questo cammino.
C’è chi, spaventato da questa proposta innovatrice, proverà a cucirci addosso etichette vecchie e desuete per depotenziarla. Ma non ci riusciranno, perché a differenza dei colpevoli del collasso economico e sociale della Sardegna, da sempre impegnati nella conservazione dei propri posti e nel servire interessi lontani che hanno storicamente sfruttato persone e risorse, e inquinato e depredato territori, noi non abbiamo interessi da salvaguardare o posizioni di rendita da conservare.
Ci sentiamo figli e figlie della gente che ha tenuto in piedi quest’isola: siamo il ritorno al futuro dell’operosità e perseveranza contadina, del sacrificio di generazioni di pastori, minatori e operai, della versatilità dei nostri artigiani, della bellezza che nasce dalle mani di Costantino Nivola o di Maria Lai, della scommessa imprenditoriale di Francesca Sanna Sulis e di Amsicora Capra, dell’animo resistente alle ingiustizie di Paskedda Zau, dell’educazione sentimentale di Peppino Mereu, Montanaru e Sergio Atzeni, dello studio che emancipa ed esplora la nostra identità di Michelangelo Pira o Nereide Rudas, dell’anelito alla libertà e alla giustizia per la nostra terra di Eleonora d’Arborea e Giovanni Maria Angioy, dell’intelligenza, della volontà e dell’esempio di Antonio Gramsci.
Noi siamo nuove e nuovi, ma siamo quelle e quelli di sempre. Apparteniamo alla storia di un popolo intraprendente, ricco di grandi valori e risorse, da sempre in cammino per la propria dignità. Con nuovi sguardi e nuovi strumenti, vogliamo proseguirlo, aprendo una nuova stagione per la democrazia sarda animata da chi la ama davvero. Una presa di parola plurale e ambiziosa, armonica e potente, come il più bel canto a tenore ancora da immaginare.

Sergio Iagulli

Sergio iagulli e animatore culturale e co-fondatore della Casa della Poesia di Baronissi.

Sitoweb: www.casadellapoesia.org

Silvia Di Passio

Community manager e project designer in processi partecipativi/attivazione di comunità, politiche pubbliche giovanili, strategie di attivazione territoriale e sviluppo locale sociale.
Lavora e ha lavorato con le pubbliche amministrazioni, cooperative e associazioni nelle aree interne di Sardegna, Lazio, Toscana, Piemonte, Abruzzo.

Stefania Marongiu

Calsse 1987,nasce e vive a Cagliari, dove insegna Geografia nelle scuole superiori. Alcuni suoi racconti sono apparsi su Marel. Voci dall’isola, Racconti dal crocevia ed Eccetera Magazine. E’ arrivata finalista al premio Zeno 2021, sezione Racconti Lunghi.

La parte della memorioa, il suo primo romanzo, ha preso forma durante i laboratori di scrittura svolti presso La Scuola del Libro.

Sunweed Sound System

Direttamente dalla “Afrocampania Nasciòn” sbarcano an Cabudanne le casse autocstruite di Sunweed Sound System che animeranno la notte con le loro vibrazioni. Vent’ann di dancehall in una serata di emozioni e cultura a bassa frequenza. Dopo die decenni in giro a portare il proprio suono fra centri sociali, spiagge, pinete, cortei e dancehall pirata le vibrazioni campane approdano al Cabudanne con il proprio stile ribelle e selezioni che spazioano dalle origini della musica giamaicana alle produzioni contemporanee, in una ricerca che dura si dagli esordi. Un progetto di sovversione sonora fondato su alcuni principi saldi fra cui l’autocostruzione del suono come elemento di libertà, l’assemblaggio di impianti sonori come elemento di artigianato ribelle all0industria e la profondità dei suoni come attitudine.

Susanna Cubadda

Susanna Cubadda, nata il 1 maggio 1995.
Dopo l’Istituto d’Arte dove mi sono diplomata nell’Arte della ceramica, sono entrata nel mondo della grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Sassari, in cui ho scoperto la passione per l’illustrazione per l’infanzia, in particolare il mondo editoriale di questa, dedicandomi allo studio, alla sperimentazione e alla realizzazione degli albi illustrati.
Ho sperimentato varie tecniche, dall’incisione, alla xilografia, all’acquerello per trovare la mia strada nel mondo della grafica digitale, un mondo talmente vasto in cui non si smette mai di scoprire cosa di magico si può creare.
La maggior parte del mio lavoro lo dedico alla creazione di immagini che attraverso la delicatezza del tratto raccontano con sensibilità le emozioni, le ansie, le paure in cui tutti, grandi e piccoli, ci si possono riconoscere, dando la possibilità di rendere queste sensazioni meno dolorose.

Teatro delle Albe

Il Teatro delle Albe nacque nel 1983 dall’incontro di Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni.

Nel 1988 il gruppo acquisisce al suo interno alcuni griot senegalesi: Mandiaye N’Diaye, Mor Awa Niang e El Hadji Niang, arricchendo gli spettacoli con le tradizioni culturali e performative africane.

Tra gli spettacoli di questo periodo: Ruh. Romagna più Africa uguale (1988), All’inferno! (1996), I Polacchi (1998) Sogno di una notte di mezza estate (2002), Salmagundi (2004), La mano (2005), Sterminio (2006), Stranieri (2008). Nel 2008 la compagnia vince il Premio Hystrio-Altre Muse.

La compagnia affronta anche testi antichi o di tradizione classica, operandone la riscrittura, come I ventidue infortuni di Mor Arlecchino, (1993), da un canovaccio di Goldoni; Baldus (2000), dall’omonimo poema di Teofilo Folengo; il Sogno di una notte di mezza estate (2002), da William Shakespeare.

Nel 1991 le Albe danno vita, col sostegno del Comune di Ravenna, a Ravenna Teatro, Teatro Stabile di Innovazione, di cui Marcella Nonni è direttrice organizzativa, Luigi Dadina presidente e Martinelli direttore artistico. La programmazione si svolge nei due teatri cittadini, il teatro Rasi e il teatro Alighieri.

Terra De Punt srl

La Terra de Punt è una terra mitica, abitata, secondo la leggenda, dai discendenti di Noè, il luogo da cui re Salomone fece giungere a Gerusalemme le ricchezze che avrebbero adornato il suo tempio; un luogo misterioso di cui, ancora oggi, non si conosce l’origine e l’esatta ubicazione. Punt potrebbe essere nel Corno d’Africa, in Egitto e per qualcuno addirittura in Perù, sulle rive del lago Titicaca, ma a noi non importa, ci piace pensare a una terra da cui provengano ricchezze, o forse solo sogni, che potrebbe essere ovunque, anche qui dove siamo noi, e dove abbiamo deciso di lavorare.

Sito wwb: www.terradepunt.it

Tomaso Tiddia

Tomaso Tiddia è nato nel 1965 a Cagliari, dove esercita da trent’anni il mestiere di libraio.

Vincenzo Santoro

Vincenzo Santoro, laureato in Informatica e Comunicazione per l ́impresa e il no profit, dal 2004 lavora presso l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, dove attualmente è responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo. In rappresentanza dei Comuni italiani, è anche membro del Comitato nazionale per la tutela delle minoranze linguistiche storiche (L. 482/99) e della Commissione per il Sistema Museale Nazionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Vito Biolchini

Giornalista professionista, conduttore radiofonico (ogni settimana su Radio Rai con “Mediterradio”), blogger. Vive e lavora a Cagliari, dove si occupa di cultura, volontariato e Terzo Settore.

Walter Porcedda

Walter Porcedda, giornalista professionista, critico teatrale del giornale in Rete Gli Stati Generali.

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