Architetta. Si dedica in particolare ai temi della conservazione e del restauro, con forte interesse nella tutela
dei centri storici.
Docente di storia dell’arte, collabora da alcuni anni con Domo de sa Poesia Cabudanne de sos Poetas bell’ambito della gestione dello spazio espositivo.
Alessia Bettin è nata a Padova nel 1982. È laureata in Lettere e in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale. Ha vinto diversi premi letterari, tra cui il premio Esordi 2020 Pordenonelegge, il premio di poesia Coop for Words 2018, il premio speciale del presidente di giuria Bologna in Lettere 2019 per la poesia inedita e il premio Action4Land 2021 Seven Blog. Ha pubblicato la raccolta di poesie “Ci aspettano estati tropicali”, presente nell’ebook ESORDI I 2020 (Pordenonelegge, 2020). Nel 2019 ha frequentato la scuola di scrittura Bottega Finzioni.
Alcune sue poesie sono apparse su blog e nella rubrica di Repubblica “La Bottega della poesia”. La sua nuova raccolta è in fase di pubblicazione.
ALFONSO BREZMES, poeta, fotografo, artista visivo, è nato nel 1966 a Madrid, dove vive. Ha pubblicato sei raccolte di poesia: La noche tatuada (2013), Don de lenguas (2015), Ultramor (2017), Vicios ocultos (2019), Sed (2019) e Es tiempo 2022. Un’antologia in inglese-spagnolo delle sue poesie è stata pubblicata negli Stati Uniti da Cornestorn Press (University of Wisconsin- Stevens). Nel novembre 2021, è uscita, per la casa editrice Einaudi, Quando non ci sono, un’antologia delle
sue poesie, tradotte in italiano.
Alunno dell’Almo Collegio Borromeo, ha studiato a Pavia presso l’Università degli Studi di Pavia, dove si è laureato in Lettere Classiche con una tesi sulle traduzioni inedite di Nicolò Tommaseo dall’Eneide[2]. Vive a Milano, dove insegna Letteratura Italiana, coordina le attività della Casa della Poesia di Milano[3] e organizza eventi letterari. In poesia esordisce nel 1997 nella raccolta antologica Sessanta (Edizioni dell’Orso), insieme ad altri tre autori: Rossano Pestarino, Franco Pierno e Flavio Santi. Nella postfazione del volume, Franco Gavazzeni osserva come Mattio affidi «a una metrica molto slogata una sorta di veloce e trascolorante impressionismo autobiografico, che tocca gli oggetti che nomina, scontornandone il profilo con rialzi di luce, per trapassare di immagine in altra in un vortice che ne dissolve senza tregua la consistenza figurativa»[6]. Nel 2004 esce la sua prima raccolta, Bestie e dintorni (Lietocolle, 2004) ed è inserito nell’antologia di poeti nati tra il 1970 e il 1980 Nuovissima Poesia Italiana (Mondadori, 2004), curata da Maurizio Cucchi e Antonio Riccardi. Nel 2013 il suo secondo libro, Il vizio di sistema (Italic-Pequod, Ancona, 2013) in cui «riprende l’umanità dispersa del precedente Bestie e dintorni e introduce il tema dell’inadeguatezza alla vita; al rivelarsi, nella sezione centrale, Il vizio di sistema, di questo disorientamento come difetto di fabbricazione di un “io” ancora scomposto nelle sue percezioni, sempre alla ricerca, nel caos contemporaneo, di memorie, storie, carie, di scorie | allitterate e in rima, in una lingua di terra che ha radici profondo e si scompone anch’essa mentre si pronuncia»[7]. Nel 2021 esce The mechanism behind (Gradiva Publications, New York), raccolta bilingue, con testo originale e traduzione in inglese, un percorso nella sua opera poetica, organizzata «attorno alla costante presenza dell’immagine del “meccanismo”; a partire dal suo “guasto” (Sera di un’altra aprile, 1994) che non solo non è rimasto “al suo posto”, ma è diventato, nel tempo, un “vizio di sistema”, come provvisoria risposta al disagio esistenziale. Il meccanismo è quindi alla base della successiva visione della storia come una successione di eventi ripetuti infinite volte, “una spira più in alto, o in basso”, e alla costruzione del mito personale di Maden, in cui il presente dialoga con il passato nel tentativo di comprendere il funzionamento di uno sfuggente “meccanismo dietro”»Compare come traduttore dal tedesco nell’Almanacco dello Specchio 2010-2011 (Mondadori, 2011), dove è pubblicata anche una sua silloge poetica. Dalla collaborazione con altri artisti sono nati i testi narrativi per i volumi fotografici Norge (Bottini, 2003) e ll sogno è di chi sogna (Bottini, 2007), l’allestimento del recital di poesia e musica Bestie e dintorni, e il testo narrativo per l’evento tra parole, musica e immagini Il fiocco magico, diventato successivamente volume (Bottini, 2009). Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo Luna di notte (Gremese, 2012), candidato al Premio Strega e finalista del Premio Stresa nel 2012.
Anna Rizzo, antropologa che da anni studia e collabora con le piccole comunità delle cosiddette «aree interne» del paese, ci porta alla scoperta di questo arcipelago in gran parte sconosciuto. Il suo è un resoconto personale di queste realtà ai margini, solitamente visibili sulle mappe solo se illuminate da una tragedia mediatica o dalle sirene romanticizzanti del turismo, e quasi mai raccontate in modo onesto e senza facili nostalgismi: da Riace a Gibellina, da Cavallerizzo a Frattura di Scanno, Anna Rizzo affronta le problematiche legate allo spopolamento e allo stato di abbandono di edifici e infrastrutture, interroga i cittadini sui loro bisogni, sulle loro paure e sulle strategie di adattamento che hanno individuato, ragiona attorno alle motivazioni di chi è rimasto e di chi se n’è andato.
Foto credit: Claudio Mmmucari
Antiniska Pozzi nasce a Milano nel 1978. Dopo la maturità classica, lavora per diversi anni come traduttrice di incunaboli dal latino e si laurea in Lettere nel 2003. Redattrice e giornalista per varie testate, dal 2008 cura il notiziario dell’associazione culturale ChiamaMilano. Ha pubblicato il romanzo Dove vanno le iguane quando piove (Cabila, 2009) e il monologo teatrale L’insalata di pomodori in “Per voce sola”(Nerosubianco, 2008). Amavo (una volta) un comunista (Lietocolle) è la sua prima raccolta poetica e ha vinto la prima edizione del Premio Beppe Salvia.
Antonello Petrillo insegna Sociologia presso l’Università degli Studî Suor Orsola Benincasa di Napoli. Autore di numerose pubblicazioni, ha dato vita nel 2008 al progetto URiT (Unità di Ricerca sulle Topografie sociali), la cui esplorazione scientifica e le cui pubblicazioni investono essenzialmente i dispositivi di controllo e gestione dello spazio e dei corpi all’interno delle dinamiche globali del tardoliberalismo e le resistenze da essi generati a livello locale.
E’ nato nel 1975 a Napoli, dove vive e lavora come medico. Ha fatto parte del collettivo politico del Csoa Officina 99 di Napoli e dell’Area antagonista campana. È tra i fondatori dell’Istituto Italiano per gli Studi Europei di Giugliano (Na). Ha pubblicato Vai Mo. Storie di rap a Napoli e dintorni (2016).
Antonio Casu, Consigliere capo servizio e Bibliotecario della Camera dei Deputati, autore di una vasta produzione scientifica, ha scritto prevalentemente in materia di Diritto pubblico, costituzionale e parlamentare; Diritto pubblico della sicurezza; Storia politica e parlamentare; Filosofia politica. Ha dedicato vari libri e saggi all’utopia politica e in particolare a Thomas More. Con Rubbettino ha pubblicato Democrazia e sicurezza. L’istituzione parlamentare e le sfide del nuovo scenario internazionale, 2005; Il potere e la coscienza. Thomas More nel pensiero di Francesco Cossiga, 2011; Etica politica democrazia, 2014. Sempre per Rubbettino dirige inoltre, con Ester Capuzzo e Angelo G. Sabatini, la Collana Studi di storia e politica della Fondazione Giacomo Matteotti.
Brunello Cucinelli nasce nel 1953 a Castel Rigone, piccolo borgo del XV secolo in provincia di Perugia, da una famiglia contadina. Diplomato geometra, si iscrive alla facoltà di ingegneria, ma interrompe gli studi. Nel 1978 fonda una piccola impresa e stupisce il mercato con l’idea di colorare il cashmere. Fin da ragazzo, testimone delle sofferte vicende lavorative del padre e attento osservatore del mondo, sviluppa il sogno di un lavoro rispettoso della “dignità morale ed economica dell’uomo”. Questo aspetto è cruciale per comprendere la sua personalità e il successo della sua impresa, che Brunello non vede soltanto come produttrice di ricchezza, ma come ambito di azione per sviluppare e incrementare il sogno di un capitalismo che valorizzi l’uomo. La conoscenza dei grandi uomini del passato alimenta i suoi sogni e i suoi ideali, ma il suo sguardo è costantemente rivolto al futuro lontano, e ogni sua azione, ogni sua opera è pensata per durare nei secoli. Nel 1982, dopo il matrimonio con Federica Benda, dalla quale ha due figlie, Camilla e Carolina, Brunello si trasferisce a Solomeo, che diventa l’oggetto dei suoi sogni e il grande laboratorio dei successi di imprenditore e di umanista. La benevola accoglienza che il mercato, nel frattempo divenuto internazionale, riserva ai suoi prodotti di qualità made in Italy, gli dà la possibilità di attuare i suoi ideali. Nel 1985 acquista il Castello diroccato del XIV Secolo del borgo e ne fa la sede dell’azienda; nel 2000, dovendo adeguare le strutture produttive alle crescenti richieste del mercato, acquista e riadatta un opificio già esistente ai piedi del borgo di Solomeo, evitando di costruirne di nuovi. La nuova costruzione del Foro delle Arti, con l’annessa Biblioteca Neoumanistica Aureliana, il Ginnasio, l’Anfiteatro e il Teatro, divengono il luogo deputato della cultura e dell’arte. Nasce in questo periodo la volontà, concretizzata nel 2012, di presentare l’impresa alla Borsa di Milano, e anche qui non si trattò solo dell’aspetto finanziario, perché Brunello vide nella più larga partecipazione alla sua attività d’imprenditore la possibilità di diffondere estesamente gli ideali di un capitalismo nuovo, un “Capitalismo Umanistico”. Dall’esperienza del Foro delle Arti, costruito da maestri artigiani umbri e ispirandosi a William Morris e John Ruskin, nasce l’idea della “Scuola di Solomeo di Arti e Mestieri”, che vede la luce nel 2013. Lo sguardo al futuro di Brunello vuole che la memoria di un fattore umanistico importante come l’artigianato debba essere conservato e tramandato, e la scuola è il laboratorio dove quest’aspirazione si trasforma in realtà. Nel 2014, ad opera della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, viene presentato il Progetto per la Bellezza, con il quale si realizzano tre immensi parchi nella valle ai piedi del borgo di Solomeo (Parco agrario, Parco dell’Oratorio Laico e Parco dell’industria) recuperando parte del terreno già occupato da vecchi opifici in disuso a favore di alberi, frutteti e prati. L’iniziativa simboleggia il valore cruciale della terra, dalla quale, secondo il pensiero di Senòfane, «tutto proviene». Con questo progetto Brunello sottolinea l’imperativo di ridare dignità alla terra, e sentendosi un piccolo custode del creato dimostra che «La Bellezza salverà il Mondo», tutte le volte che il Mondo, a sua volta, salverà la Bellezza. Brunello Cucinelli ha ricevuto un numero straordinario di riconoscimenti nazionali e internazionali per il suo “Capitalismo umanistico”: nel 2018 l’Università degli Studi di Messina, ritenendo Brunello Cucinelli «pensatore concreto, promotore culturale e vero mecenate dei nostri tempi», gli ha conferito il dottorato di ricerca in Filosofia honoris causa. Negli anni precedenti nobilissime per la sua realtà umana sono le prestigiose nomine, nel 2010, a Cavaliere del Lavoro, consegnatagli dal Presidente della Repubblica, e nello stesso anno la Laurea ad honorem in Filosofia ed Etica delle relazioni umane con la quale l’Università degli Studi di Perugia ha voluto rendere omaggio alla sua alta attività di imprenditore umanista. Nel 2017, da parte dell’autorevole Kiel Institute, riceve il “Global Economy Prize for the World Economy”, con il commento di aver saputo «… impersonare perfettamente la figura del Mercante Onorevole»; l’anno seguente, nel 2018, un altro prestigioso titolo di eccellenza gli viene assegnato con la nomina a Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana. Nel presente 2021 ha ricevuto a Londra il premio “Designer of the Year” conferitogli dall’importante rivista britannica di moda maschile «GQ» a conferma del suo costante impegno umanistico come stilista e imprenditore e per diversi progetti di umana sostenibilità.
Carla Panico è nata nel 1989 a Gagliano del Capo, in provincia di Lecce. Ha vissuto per molti anni a Pisa, dove si è laureata in Storia contemporanea – occupandosi principalmente di Questione meridionale, migrazioni e razzismo – e dove si trovava allo scoppiare della crisi economica del 2008. È una delle ragazze e dei ragazzi dell’Onda. Deve tutto quello che sa alle comunità politiche e agli spazi sociali che ha frequentato e contribuito a ri-produrre negli anni successivi, in giro per l’Italia e per l’Europa. Nel 2017 si è trasferita in Portogallo, dove ha iniziato un dottorato di ricerca in Studi Postcoloniali, vissuto in una casa comunitaria autogestita e preso parte ai movimenti femministi – locali e migranti – con nuove compagne di viaggio e di lotta. Attualmente – precariamente – vive a Napoli. Oltre alle pubblicazioni su riviste scientifiche, ha scritto per DinamoPress, Euronomade, Il Manifesto, Fondazione Feltrinelli, Jacobin Italia ed altri media indipendenti
L’attività della Carlo Delfino editore ha avuto inizio nel 1980 con la pubblicazione di alcune ristampe anastatiche di opere di archeologia della Sardegna proseguendo con nuovi saggi sempre particolarmente curati nella veste tipografica, riccamente illustrati e di grande formato.
Christian Sinicco è nato a Trieste nel 1975. Ha pubblicato: Passando per New York (LietoColle 2005), le plaquette Ballate di Lagosta Mare del Poema (CFR, Piateda 2014) e Città esplosa (Prova D’Artista / Galerie Bordas, Venezia 2016), Alter (Vydia editore 2019). Cura il piccolo festival Ad alcuni piace la poesia (Montereale Valcellina, Pordenone). Per «Argo» ha curato L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre lingue minoritarie (1950-2013) (Gwynplaine, 2014) e gli Annuari di Poesia (Realtà Gwynplaine, 2016, Realtà migrante, Gwynplaine 2017, Argo Confini, Istos edizioni 2018). Dirige il progetto Poesia del nostro tempo, frutto della collaborazione con Midnight Magazine. Sito: christiansinicco.wordpress.com
Foto credit: Daniele Ferroni
Daniele Cerrato è docente di Filologia italiana presso la Facoltà di Filologia dell’Università di Siviglia. Nel 2014 ha ottenuto il Premio straordinario di dottorato con una tesi dal titolo “Poetesse italiane medievali e Querelle des Femmes (Secoli XIII e XIV)”. Ha partecipato ai progetti di ricerca “Assenze I e Assenze II Scrittrici italiane inedite nella Querelle des femme”e attualmente dirige con Mercedes Arriaga il progetto "Men for women. Voci maschili nella Querelle des femmes" ed è il coordinatore del progetto europeo Erasmus Ka2 “EUcirculi letture: Condividendo esperienze per l’ inclusione e la participazione sociale”. Sulle poetesse marchigiane ha pubblicato "Presenza/assenza delle petrarchiste marchigiane” nel 2013, “Sorelle di Querelle. Poetesse dell'al-Andalus, trobairitz e poetesse italiane del Duecento e Trecento” nel 2015, “Temi femminili/femministi nelle poetesse italiane del Duecento e del Trecento” nel 2017 e con Mercedes Arriaga Flórez “Poetas italianas de los siglos XIII y XIV en la Querella de las mujeres”, 2012.
Davide Ferrari è un artigiano di parole, scritte e dette (anche in dialetto pavese). Lavora come attore, regista e autore. Tra le sue pubblicazioni: il poemetto Eppure c’è una meta per quel fiato di universo (Subway Edizioni 2014) – testo vincitore per l’Italia del concorso internazionale Pop Science Poetry organizzato dal CERN di Ginevra e tradotto in quattro lingue; la silloge Dei pensieri la condensa (Manni 2015) scritta in dialetto pavese, con prefazione di Franco Loi, (Premio Giuseppe Tirinnanzi 2016). Tra le sue produzioni teatrali: Risonanze. Le voci dell’Appennino (2018), Il professore e la cantante. La grande storia d’amore di Alessandro Volta (2019, tratto libro di Paolo Mazzarello), Coppi e il diavolo. Ovvero quando il Campionissimo incontrò Gioânbrerafucarlo (2019, liberamente ispirata alla biografia romanzata, Coppi e il diavolo, scritta da Gianni Brera). Conduce laboratori di teatro e scrittura creativa con i detenuti delle Case Circondariali di Pavia, Monza e Voghera dove dirige la compagnia Maliminori composta da attori detenuti.
Devorah Major è diventata la terza Poet Laureate di San Francisco (dopo Lawrence Ferlinghetti e Janice Mirikitani) nell’aprile del 2002. Sscrittrice di saggistica creativa, interprete, redattrice e professore aggiunto al California College of the Arts. È stata poetessa in residenza presso i Fine Arts Museums di San Francisco per 28 anni. Ha effettuato tournée internazionali in luoghi come l’Italia, la Bosnia, la Giamaica, il Venezuela, il Belgio, l’Inghilterra e il Galles, oltre che in tutti gli Stati Uniti, esibendosi con le sue poesie e partecipando a conferenze sulla poesia afroamericana, sulla poesia beat e sulla poesia di resistenza. Ha pubblicato due romanzi e sette libri di poesia. Nel 2021 quattro suoi componimenti sono stati inseriti nel catalogo della retrospettiva 125 Years del DeYoung Museum, pubblicato dal Fine Arts Museums of San Francisco. Il suo primo romanzo, An Open Weave, è stato premiato con il First Novelist Award dal Black Caucus dell’American Library Association, è stato pubblicato dalla Seal Press e successivamente venduto alla Women’s Press di Londra e rivenduto in brossura alla Signature Press. Curbstone Press ha pubblicato il suo secondo romanzo (che include anche poesie), Brown Glass Windows, con il plauso della critica City Lights Publishing ha pubblicato un altro libro di poesie della signora Major, Where River meets Ocean, e Creative Arts Books, Inc. ha pubblicato il suo terzo libro di poesie da solista, con più di una lingua. Nel 2019 uscirà in Italia la sua prima raccolta internazionale di poesie A Braccia Aperte e nel 2020 Califia’s daughter, vincitore del Willow Books Editor’s Choice Award. Nel 2002 ha ricevuto la California Arts Council Spoken Word Literary Arts Fellowship. Da oltre vent’anni fa parte del Daughters of Yam (un gruppo di performance poetiche con Opal Palmer Adisa) che ha pubblicato un libro, due chapbook, una cassetta di poesia e jazz e un CD di poesia e jazz. Le poesie, i racconti e i saggi della signora Major sono stati pubblicati in diverse antologie, tra cui: Stories for Chip, So Long Been Dreaming: Post-Colonial Science Fiction, Mojo: Conjurer Tales , Drum Voices Review, So Much Thing to Say, Heartspeak, Saints of Hysteria, 100 Poets Against the War , So Luminous the Wildflowers, Rites of Passage , Black Silk , Bum Rush the Page: Def Poetry Jam , Girls Like Us , Father Songs , Streetlights: Urban Stories of the Black Experience , Thoughts to Savor , I Hear A Symphony , Poetry Like Bread , e molte riviste e giornali, tra cui “The New Progressive”, “Caribbean Writer”, “Left Curve”, “Essence”, “River Styx”, “Black Scholar”, “Callaloo”, “Obsidian”, “Paterson Literary Review”, e “Zyzzyva”. Ha anche ottenuto una borsa di studio per la scrittura CAC nel 1989. Ha scritto anche due libri di storia per ragazzi “Dall’inizio alla fine”: Rosa Parks: Freedom Fighter e Frederick Douglas: A Hero for All Times (1999) Ha curato e scritto le introduzioni di sei antologie di poesia per studenti prodotte dal programma Poets in the Galleries del Fine Arts Museums. Nel 2004 l Major è stata incaricata dalla Oakland East Bay Symphony di collaborare con il compositore Guillermo Galindo per creare ed eseguire Trade Route, una sinfonia con spoken word e coro, che è stata presentata in anteprima nel 2005. Oltre a insegnare al CCA, ha insegnato al New College e ha tenuto conferenze al San Jose State, all’Humboldt College, al San Francisco State College, alla Stanford University e ai San Mateo, San Jose e San Francisco City Colleges. Ha anche tenuto laboratori di performance poetica presso il Laney College. Attualmente insegna anche presso l’Osher Life-Long Learning Institute (OLLI) dell’U.C. Berkeley.
Dorino Minigutti (autore-regista) Vive e lavora in Friuli come autore e produttore indipendente. Ha realizzato numerosi documentari collaborando con la RAI e numerose istituzioni pubbliche e private. Dal 1993, per conto dell’università di Udine ha scritto e diretto alcune fiction didattiche nell’ambito di progetti UE. Come documentarista realizza, tra l’altro “Il parco, l’acqua e la luna” ( Premio “Libero Bizzarri ’95 e selez. al 42 Film Festival della montagna di Trento), “Il filo rosso” (I premio VIDEOLAND ’98 e selez. al Maremma Festival nel 1998) e Nûfcent (I premio M.Quargnolo ’07, I premio R. Appi ’06, menzione VIDEOLAND ’05). Dopo il successo di Nûfcent, l’interesse per i temi della memoria e l’uso creativo dei filmati d’archivio è continuato in questi anni con la produzione di documentari storici (La cisterna, Oltre il filo) e la conduzione di laboratori didattici. Con il cortometraggio La carrozza realizzato con i Servizi per l’handicap di Codroipo (UD) ha recentemente vinto il I Premio al Festival Internazionale del Cinema Nuovo.
Elisa Donzelli è nata a Torino nel 1979 e da piú di trent’anni vive a Roma. È autrice e curatrice di saggi e opere letterarie, tra cui Come lenta cometa(Aragno, 2009), Giorgio Caproni e gli altri (Marsilio, 2016), Poesie di René Char (Einaudi, 2018), Tra due città di Attilio Bertolucci e Roberto Tassi (il Mulino, 2019). Per l’editore Donzelli traduce e dirige la collana di poesia. Dal 2018 ricopre la cattedra di Letteratura italiana contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
Foto credit: Dino Ignani
Enzo Cugusi/Presidente Associazione Malik Da luglio 2014 è Presidente dell’Associazione culturale Malik. Dal 2008 è Presidente dell’Associazione dei Sardi in Torino “Kinthales” Associazione fondata nel 1968, ha svolto il ruolo di referente politico culturale e sociale della comunità sarda emigrata a Torino e provincia. Da 2001è collaboratore e referente per le problematiche relative all’immigrazione del Centro Culturale Italo-arabo Dar al Hikma di Torino,l’Associazione Alma Mater, l’Associazione Egiziana “Nilo”, il Centro Interculturale del Comune di Torino, Associazione Rumena di Torino, Comunità Peruana. Dal 2007 fino al 2011 è stato Presidente della Commissione Ambiente – Energia- Verde del Comune di Torino NEL 2003 è stato Componente della Delegazione Pastorale del Lavoro Piemonte in Palestina- . Dal 2001 al 2011 ha svolto l’incarico di Consigliere Comunale della Città di Torino. Da 1996 al 2001è stato Componente del Gruppo di lavoro del Progetto TAPPETO VOLANTE. Progetto pluriennale che ha contribuito alla valorizzazione di un intero quartiere nel centro di Torino caratterizzato da un alto tasso di immigrazione, San Salvario.
Svedese di nascita, Eva ha vissuto in molti paesi. Dopo una vita dedicata a un’intensa attività di ascolto, degli altri e del mondo, ha scoperto, attraverso la pittura un altro modo di comunicare il suo vissuto (dal 2000). Si esprime proiettando intimamente la sua mente nella materia: il suo io profondo si rivela attraverso colori e forme intrisi di grande spontaneità. Questa impulsività si fonde armoniosamente con la ricerca dell’espressione del visibile e dell’invisibile. Autodidatta nella prima fase della sua formazione, si perfeziona attraverso corsi di disegno, iconografia, pittura a pastello e ad olio e pittura libera, tra gli altri istituti, anche alla scuola del Louvre di Parigi. Il suo lavoro si è essenzialmente sviluppato nello stile non figurativo e nell’antica tecnica della tempera all’uovo. Nata in una famiglia di artisti (pittori, cineasti, poeti e drammaturghi), Eva si è sempre nutrita di arte. Le sue mostre personali sono state a Parigi, Stoccolma , Oslo, e più recentemente in Svizzera ( 2017), ha anche lavorato con diversi gruppi artisti ed esposto al Centro Culturale a Gandia, Spagna, al Grand Palais di Parigi, tra molti altri luoghi. Dal 2010 partecipa alla mostra permanente a Seneghe con Luciano Piu e Maria Illotto . Nel 2017 si trasferisce stabilmente in Sardegna, a Seneghe, scelta di cui non si è mai pentita.
Franca Mancinelli è autrice di quattro libri di poesia: Mala kruna (Manni, 2007 – premio opera prima Laudomia Bonanni e Giuseppe Giusti), Pasta madre (con una nota di Milo De Angelis, Nino Aragno, 2013 – premio Alpi Apuane, Carducci, Ceppo-giovani), Libretto di transito (Amos Edizioni, 2018), e Tutti gli occhi che ho aperto (Marcos y Marcos, 2020). Una silloge di suoi testi è compresa in Nuovi poeti italiani 6, a cura di Giovanna Rosadini (Einaudi, 2012) e con introduzione di Antonella Anedda, nel Tredicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea, a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos, 2017). Fa parte della redazione della rivista Smerilliana, del blog Interno Poesia e della giuria dei premi “Pordenonelegge Poesia. I poeti di vent’anni”, “Esordi” e “Umberto Saba Poesia”. Conduce laboratori di ascolto e di esperienza della parola poetica. Ha collaborato con Silvio Castiglioni in Luoghi, testimonianze vive (San Marino, 2019 e 2020), e con Sebastiano Guerrera in Alberi maestri, Galleria Romberg 2019. Traduzioni di suoi testi sono apparse su riviste e antologie straniere come Italia poesía presente. Antología de poesía italiana contemporanea, Huerga & Fierro, Madrid 2018. Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali, tra cui Chair Poet in Residence (Calcutta, 2019) e Refest – Images and Words on Refugee Routes (2018) da cui è nato Taccuino croato, ora in Come tradurre la neve (AnimaMundi, 2019). Con traduzione inglese di John Taylor sono usciti in Usa per The Bitter Oleander Press, The Little Book of Passage (2018) – traduzione di Libretto di transito –, e At an Hour’s Sleep from Here: Poems (2007-2019), una raccolta dei suoi primi due libri con alcuni inediti.
Foto credit: Chiara De Luca
Francesco Accattoli (1977) E’ docente di materie letterarie e latino nei licei. Ha pubblicato Come acqua che riposa… (Stamperia dell’Arancio, 2002), la silloge Un tramonto sommario (Fara Editore, 2007), La neve nel bicchiere (Fara Editore, 2011), la plaquette Lunga un anno, impreziosita da sei opere della pittrice Linda Carrara (Sigismundus Edizioni, 2013), La mar (Amos A27, 2021). Nel 2017 traduce la raccolta Las alas de Ángela del poeta argentino Alejandro Pidello (Vydia Editore). È dottorando “in Lingua, letteratura e traduzione” presso l’Università di Malaga. Sue poesie appaiono in varie antologie, riviste cartacee e sul web. Dal 2014 organizza il festival di poesia Sirolopoesia.
Francesco Ottonello (1993) è dottorando di ricerca in Studi Umanistici Transculturali presso l’Università degli Studi di Bergamo (XXXVI ciclo) e International Scholar presso la KU Leuven. Il suo progetto (tutor Luca Carlo Rossi) è incentrato sulla ricezione di una figura del mito greco (Ganimede) nella letteratura italiana (da Dante al Novecento) con un’attenzione al filtro della letteratura latina e all’iconografia. Dopo avere conseguito la laurea con lode in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Cagliari (relatrice Patrizia Mureddu, Letteratura Greca), svolgendo un periodo di ricerca presso l’Albert-Ludwigs-Universität Freiburg, si è specializzato con lode in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Milano (relatore Massimo Gioseffi, Letteratura Latina, e corelatore Mauro Novelli, Letteratura Italiana). Ha pubblicato la monografia Pasolini traduttore di Eschilo. L’Orestiade (Grin 2018), saggi, articoli, recensioni per riviste quali «ACME», «Romaneske», «Traduttologia», «L’Ulisse», «Semicerchio», «l’immaginazione», «OBLIO», «Atelier». Ha preso parte a vari convegni internazionali presso le Università di Oxford, Aix-Marseille, Perugia, Siena, Bergamo, Napoli L’Orientale. Affiancando all’approccio filologico-testuale un interesse comparatistico, il suo principale ambito di ricerca verte sulla ricezione classica (greca e latina) nella letteratura italiana, spaziando poi dalla traduttologia alla poesia contemporanea, dagli Island Studies agli studi sull’eros. Dirige la rivista online MediumPoesia (www.mediumpoesia.com) ed è redattore di «Bezoar – Rivista di poesia contemporanea» (Perrone 2021-).
Nata ad Asolo, in provincia di Treviso, nel dicembre 1968, Giovanna Frene si è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e laureata in Lettere all’Università di Padova con una tesi su Andrea Zanzotto, per poi conseguire il dottorato in Storia della Lingua. È insegnante di materie umanistiche. Esordisce in poesia con Immagine di voce, edito nel 1999, cui segue l’anno successivo Spostamento, per LietoColle (Premio Montano, 2002). Nel 2001 presso Manni esce Datità, con una postfazione di Andrea Zanzotto (riedito poi da Arcipelago itaca nel 2019), nel 2004 Stato apparente (LietoColle), nel 2007 Sara Laughs (D’If, Premio Mazzacurati-Russo 2006), nel 2011 Il noto, il nuovo, accompagnato dalla traduzione inglese (Transeuropa). Il suo ultimo libro è Tecnica di sopravvivenza per l’occidente che affonda, pubblicato da Arcipelago itaca nel 2015 e accompagnato da sei immagini fotografiche di Orlando Myxx. Sue poesie sono ospitate in numerose riviste italiane e straniere – tra le altre, “Paragone”, “Il Verri”, “Anterem”, “Poesia”, “Gradiva”, “Atelier”, “Italian Poetry Review” (New York, 2010), “Aufgabe” (New York, 2009) – nonché nei blog di “Nuovi Argomenti”, “Nazione Indiana” e “Atelier” e di molte altre riviste. È inclusa in varie antologie poetiche, tra le quali Nuovi Poeti italiani 6 (a cura di Giovanna Rosadini, Einaudi 2012), Poeti degli Anni Zero (a cura di Vincenzo Ostuni, Ponte Sisto, 2011), New Italian Writing (a cura di J. Calahan e R. Palumbo Mosca, “Chicago Review”, 56:1, Spring 2011), Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli (Sossella Editore, 2005). È tradotta in antologie di poesia italiana statunitensi, inglesi e spagnole. Oltre che poetessa, è curatrice del prosimetro Orfeo è morto. Lettere intorno un’amica uguale (LietoColle 2002) di Federica Marte, e critica letteraria: ha pubblicato diversi saggi e recensioni in volumi e riviste, tra i quali Aspetti linguistici e stilistici nella poesia di Sovrimpressioni, in corso di pubblicazione negli Atti del Convegno Internazionale “Andrea Zanzotto. La natura, l’idioma”, tenutosi a Pieve di Soligo nell’ottobre 2014. Come artista, si è dedicata alle tecniche calcografiche (puntasecca, acquaforte), partecipando a numerose mostre collettive.
Foto credit: Dino Ignani
Giovanni Masala è docente (a contratto) di italiano e sardo all’università di Stoccarda (Laurea inlingue: tedesco, spagnolo, sardo e italiano nell’università di Braunschweig in Germania).
È curatore e traduttore dell’edizione italiana del primo viaggio in Sardegna di M.L. Wagner, Reisebilder aus Sardinien (Immagini di viaggio dalla Sardegna, Nuoro 2001), della versione tedesca del classico di M.L. Wagner, La lingua sarda: storia spirito e forma (Geschichte der sardischen Sprache, Tübingen 2002) e autore della grammatica sarda per tedeschi: Sardisch Wort für Wort (Hildesheim 2009). Nel 2003 ha fondato la collana Sardìnnia (www.sardinnia.it) in collaborazione con Georg Maag, professore ordinario di letteratura italiana dell’università di Stoccarda, e Titus Gast. La collana Sardìnnia si propone di richiamare l’attenzione su opere di studiosi e intellettuali, prevalentemente di lingua tedesca, sarda e italiana provenienti dalle discipline scientifiche più svariate, che hanno dedicato parte dei loro studi alla Sardegna. In questo modo la collana Sardìnnia desidera presentare ai lettori una delle più antiche e originali lingue e culture romanze nelle sue più diverse sfaccettature e stimolare nel contempo la discussione in atto sulle nazioni senza Stato e sulle cosiddette «lingue e culture meno diffuse». Nel 2009 ha fondato la casa editrice Giovanni Masala Edizioni. Finora ho curato volumi con materiali di lingua sarda (Max Leopold Wagner, Ugo Pellis), musica popolare (Felix Karlinger) e musica classica (Ennio Porrino), storia (Vincenzo Bacallar Sanna, Bonario Zedda), etnologia, etnografia e fotografia (Max Leopold Wagner, Julius Konietzko, Sebastiano Guiso, Ugo Pellis).
Pianificatrice territoriale. Si occupa di pianificazione strategica, processi partecipativi e di sviluppo locale. Principali ambiti di ricerca sono il riuso di spazio marginali, processi evolutivi delle comunità e rigenerazione urbana. Collabora con il Cabudanne de sos Poetas e con Domo de sa Poesia nella zezione dedicata alle arti visive.
Giuliana Pala è nata a Oristano nel 1997. È laureata in Lettere moderne. È stata collaboratrice del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna ed è tra i fondatori de Lo Spazio Letterario. Ha lavorato come assistente e lettrice per la Georg-August Università di Gottinga. È vincitrice del premio Esordi 2022 Pordenonelegge. Attualmente vive e studia Italianistica a Bologna.
Giulio Piscitelli (1981, Napoli), laureato in Scienze della Comunicazione, si è avvicinato alla fotografia nel 2008 e dopo la laurea ha iniziato a collaborare con agenzie di stampa italiane e straniere. Il suo lavoro è legato principalmente a temi di attualità e negli ultimi anni si è concentrato sulla crisi dell’immigrazione in Europa, realizzando il suo primo e tuttora in corso progetto a lungo termine Harraga, che nel 2017 è diventato un libro pubblicato da Contrasto Books. I suoi reportage sono stati pubblicati da giornali e riviste nazionali e internazionali come ad esempio: Internazionale, New York Times, Espresso, Stern, Newsweek, Vanity Fair, Time, La Stampa e altri.
Glauco Salvo (Cesenatico, 1983). La sua ricerca è incentrata sull’esplorazione di nuovi percorsi tra folk e musica sperimentale attraverso l’utilizzo di strumenti a corda e dispositivi di riproduzione del suono. Lavora sull’interazione con l’ascolto in spazi aperti attraverso interventi minimi sul paesaggio e sull’elaborazione di paesaggi sonori artificiali, utilizzando suoni generati elettronicamente, registrazioni ambientali e piccoli oggetti vibranti. Suona da solo, nella band alternative-folk Comaneci, in duo con Giovanni Lami e cura musiche e sound design per spettacoli di teatro e danza per l’infanzia con Valentina Pagliarani/Katriém. Ha collaborato con artisti come Giovanni Succi, Amycanbe, Marco Parente, Above the Tree, Bob Corn, Setti, Muffin (JP), Annamaria Ajmone.
Jose Antonio García, Poeta e pittore spagnolo. Dottore in Filologia spagnola dell’Università di Siviglia e maestro della Scuola Normale di Magisterio di Huelva, è autore di vari studi dedicati a
J.R. Jimenez. Ha collaborato con i quotidiani Odiel de Huelva, El periodico de Huelva, El Correo de Andalucía, dove ha coordinato, fino al 2013, lo spazio “Jueves literarios”. Tra le sue opere
poetiche si segnalano Fundido en pleamar (1983), Rumor de luz (1986), Anotaciones sobre un vuelo (1996). La fijeza aprendida (1999), Alba imperfecta (2000), Líneas de fuga (2006) El color
de los incendios (2007) pubblicato in italiano nel 2022 con la casa editrice Ensemble, Música es el libro (2015), Quien conmigo va (2016), L’eternità dell’istante (2017).
Sinossi
La passione per le foto antiche e alcune coincidenze hanno portato il giovane protagonista a scoprire l’archivio fotografico e le ricerche del linguista friulano Ugo Pellis. Dopo 80 anni, la curiosità di conoscere i bambini di quelle foto lo spinge ad intraprendere un viaggio nei luoghi esplorati da Pellis negli anni ’30. Lorenzo si muove tra il Friuli, il luogo in cui Pellis iniziò le sue indagini, e la Sardegna, dove scattò la maggior parte delle fotografie. Banditi i grandi centri abitati, la sua ricerca si svolge principalmente in piccoli paesi. Luoghi ancora poco “contaminati” dal presente, in cui è possibile riconoscere una o più tracce del passato. I luoghi più battuti sono le case di riposo, le piazze, i bar. Gli unici mezzi su cui può fare affidamento, le fotografie. Spesso, la ricerca diventa porta a porta, in un carosello di luoghi e incontri, colpi di scena e sorprese, dove i veri protagonisti sono le persone con le loro memorie. In fondo, il viaggio di Pellis, come tutti i viaggi, è un pretesto. Ci lascia il tempo di vagabondare e di osservare, confrontando le tracce del passato con i segni del presente. Ci lascia il tempo di ascoltare e di tramandare delle testimonianze. Ci lascia parlare della memoria, attraverso la comunità, l’identità, l’amore e la morte. È un gioco in cui i ricordi intimi e le storie personali si mescolano con la storia di un paese e di un popolo intero. Un gioco a cui tutti partecipiamo.
Sito web: https://www.agherose.com/portfolio/atlante-della-memoria/
Laura Pisano, ha ricoperto la cattedra di Professore Ordinario di Storia del giornalismo nell’Università di Cagliari fino all’anno accademico 2016, dove ha diretto il Master internazionale e interdisciplinare di II livello, in lingua francese, “Mediazioni interculturali: simboli, parole, immagini per la realizzazione di progetti personali di pubblica utilità”, particolarmente rivolto a studenti provenienti da vari paesi dell’area mediterranea. Ha dedicato i suoi principali studi alla storia del giornalismo contemporaneo; alla diffusione della cultura europea nella stampa periodica
dal Settecento ai nostri giorni; alle biografie storiche femminili. Tra le sue principali pubblicazioni più recenti sono il primo dizionario biografico delle giornaliste italiane, dal titolo: Donne del giornalismo italiano da Eleonora Fonseca Pimentel a Ilaria Alpi, Franco Angeli, Milano 2004; il libro pubblicato in Italia e in Francia, coautrice con Christiane Veauvy, Parole
inascoltate. Le donne e la costruzione dello Stato-Nazione in Italia e in Francia, Editori Riuniti, Roma 1994 (Armand Colin, Parigi 1996); la raccolta di studi e saggi Donne e società nei linguaggi del passato e del tempo presente, Nemapress, Roma 2014. Si è dedicata fin da giovanissima allo studio del canto e della chitarra, in particolare alle canzoni popolari ed alle canzoni di cantautori italiani e
stranieri, ai quali ha dedicato numerosi recital in Italia e all’estero (Roma, Lecce, Parigi, Cagliari, Palermo, Predazzo), in occasione di Festival, convegni e attività universitarie, e per Club ed associazioni culturali (Club per l’Unesco di Cagliari, Gremio dei Sardi in Roma, Soroptimist International d’Italia).
Leopoldo Ortu è docente di Storia del Risorgimento e di Storia della Sardegna nella Facoltà di Lettere dell’Università di Cagliari. La sua ultima fatica intellettuale è un libro intitolato ”La questione sarda tra Ottocento e Novecento”.
Lorenzo Babini (Ravenna, 1990) vive e lavora a Milano, dove si è laureato in Filologia Moderna all’Università Cattolica. È stato responsabile dell’associazione studentesca “Versi Liberi” e ha collaborato con diversi blog letterari e con le riviste «Poesia» e «Bollettino ‘900». Ha tradotto L’Enfer du bibliophile di Charles Asselineau (L’Inferno del bibliofilo, La Vita Felice, Milano 2014). Per la poesia ha vinto i premi Violani Landi 2014 e Le Stanze del Tempo 2015 e suoi testi sono apparsi, oltre che su blog e riviste, nella piccola antologia a cura di Massimiliano Mandorlo Davanti agli occhi c’è un ponte (Alla chiara fonte editore). Santa Ricchezza è la sua prima raccolta organica e raccoglie tutte le poesie scritte tra il 2009 e il 2014.
Diplomato ceramista all’Istituto Statale d’Arte “Carlo Contini” di Oristano nel 2003, lascia la Sardegna per approfondire la sua ricerca sulle arti grafiche nel Regno Unito frequentando la University of East London. Allievo di Antony Gormley a Londra, lavora inoltre agli allestimenti delle più grandi gallerie d’arte di fama internazionale: White Cube, galleria continua, Massimo De Carlo per citarne alcune. Collabora con il Museo Nivola di Orani e l’associazione Perda Sonadora.
Maria frequenta la Scuola d’Arte di Oristano, mentre Luciano si forma da autodidatta. Il sodalizio artistico e sentimentale, che ha inizio nel 1972, permette la commistione dei due approcci differenti, attraverso la fusione costante di tecnica e gesto istintivo. Nelle opere della Illotto, le figure ritratte sono prevalentemente le donne del paese(Seneghe) e le anziane, colte nei momenti della vita quotidiana. In tutti i suoi lavori, anche quelli meno figurativi, sono presenti motivi di riflessione sul femminile, in cui le forme traducono il mistero di una natura che oscilla tra l’accoglienza e la prigionia. Luciano ha trovato nei quadri di grande formato e nelle sculture in basalto, la forma espressiva a lui più congeniale, con risultati di forte impatto sullo spettatore. La pietra locale non si cristallizza nelle opere degli artisti seneghesi, ma consente il fluire della natura vivente, in cui richiami al primordiale raccontano il segreto e il mistico di un territorio ancora da scoprire. Negli anni ‘70 gli artisti entrano a far parte del gruppo di Antonio Amore, lavorando insieme e prendendo parte a diverse collettive, fino agli anni 80, quando i due artisti rafforzano il loro sodalizio artistico staccandosi dal gruppo. Insieme, espongono a Roma, Milano, Sassari. Nel 1990 la loro arte trova dimora in un’antica casa del centro storico di Seneghe che diventa il loro laboratorio e spazio espositivo. Lo “studio-galleria” ospita da allora una mostra permanente, offerta secondo il criterio di libertà e istinto che è da sempre costante del loro lavoro. Le opere si presentano al visitatore prive di coordinate e denominazione, volontariamente destinate a una fruizione spontanea, in cui trovano spazio il caotico, il rifiuto, la paura e l’attrazione, per opere che a distanza di anni non perdono il loro elemento vitale.
La lettura e i libri sono stati la mia passione sin da bambina, passione che, crescendo, ho avuto il privilegio di poter tradurre nella mia attuale professione di bibliotecaria. Dopo la laurea in Lettere ho studiato presso la Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e ho seguito un tirocinio formativo all’Università degli Studi di Sassari. Sono bibliotecaria nella biblioteca comunale di Seneghe e coordinatrice del Sistema Bibliotecario Montiferru dal 2003. Ho lavorato con le stesse mansioni anche nelle biblioteche e al coordinamento del Sistema Bibliotecario del Barigadu e come catalogatrice presso il Consorzio UNO di Oristano. Faccio parte del Comitato esecutivo Sardegna dell’Associazione Italiana Biblioteche per il triennio 2020/23. Come bibliotecaria di Seneghe ho collaborato con il Festival sin dalla sua nascita, ospitando principalmente le attività e i libri dedicate ai bambini e ai ragazzi.
Laureata in Lettatura Italiana nel 1967, con una tesi assegnatami da Carlo Salinari e condotta a termine sotto la direzione di Mario Baratto. Sono stata assistente e poi docente di Lingua e Letteratura Italiana nella vecchia Facoltà di Magistero. Ora sono Professore Ordinario in pensione. Ho studiato soprattutto testi e autori della nostra Letteratura dal Duecento al Seicento (il Novellino, Dante, Boccaccio, Castiglione, Tasso…), ma anche dell’Ottocento (Leopardi, Verga…), con particolare attenzione ai testi narrativi, in prosa e in versi, e ai modi della narratività. Sono di Teulada. Ovidio Addis era mio zio, cugino primo di mia mamma.
Maria Caterina Minardi è linguista clinico e responsabile scientifico per Edizioni Homeless Book, casa editrice specializzata nel campo delle scienze umane, pedagogiche e sociali. La comune attenzione ai bisogni speciali e alle spinte innovatrici che provengono da scuola e famiglie, hanno spinto Minardi ed Homeless Book a produrre una collana di pubblicazioni illustrate in Comunicazione Aumentativa Alternativa che ad oggi conta ben 42 titoli: libri inclusivi, pensati per i lettori con deficit cognitivi e del linguaggio ma ottimi anche per stranieri che stanno imparando la lingua italiana. E soprattutto belli. Perché leggere è un diritto di tutti.
Laureata al Dams, giornalista pubblicista. Ho studiato, vissuto e lavorato a Bologna, Roma e Milano. Poi sono tornata a vivere tre le montagne dell’Irpinia, mi sono seduta alla scrivania di Orticalab – con la redazione ho curato il documentario “Nelle Ossa”, un viaggio attraverso l’Appennino meridionale – e ho continuato anche il mio impegno da freelance. La mia è una narrazione del Sud e delle aree interne che comincia e finisce con le persone: le loro parole, i loro volti, le loro storie e le loro ricerche capaci di costruire oltre ogni retorica, superando gli immaginari di sviluppo stereotipati. Insomma mi agito tra i luoghi e infine scrivo: ché è l’unica cosa che so fare bene.
María Rosal, Insegna Didattica della lingua e della letteratura presso l’Università di Córdoba. Con la raccolta Tregua (2000) ha ricevuto il “Premio Ricardo Molina” e con Otra vez Bartleby (2003) il “Premio Andalucía de la Crítica” nel 2004. Carmín rojo sangre (2016) ha ricevuto il “Premio José Hierro” della Universidad Popular San Sebastián de los Reyes pubblicato in italiano con la casa editrice Ensemble nel 2019 e nello stesso anno Tiempo de flores muertas. Nel 2022 pubblica con Nor Edizioni Geometrie delle ombre. I suoi testi sono stati inseriti in varie antologie e tradotti in italiano, inglese e greco. Come critica letteraria ha all’attivo una produzione dedicata prevalentemente agli studi di genere, tra cui si segnalano Con voz propia: estudio y antología comentada de la poesía escrita por mujeres (2006) e il saggio Poética de la sumisión, “Premio Carmen de Burgos” (2010).
Mario Cubeddu è nato a Seneghe, in provincia di Oristano, nel 1947. È cresciuto in una famiglia e in un mondo contadini in cui i mezzi di locomozione erano cavalli ed asini e l’energia per il trasporto e l’aratura dei campi era fornita dal giogo dei buoi. Ha studiato Lettere Antiche all’Università di Cagliari e ha insegnato materie letterarie negli Istituti Superiori. Si è occupato di storia del mondo agrario e di storia sociale della Sardegna nel XX° secolo, pubblicando alcuni saggi sull’argomento. È tra i promotori del festival di poesia “Cabudanne de sos poetas” di Seneghe, inaugurato nel 2005. Suoi componimenti poetici sono stati premiati al Premio “Giuseppe Malattia della Vallata” di Barcis e al Premio “Giulio Angioni” di Guasila. Alcune sue poesie sono state tradotte in francese da Franc Ducros e pubblicate da Revue Europe, e altri testi tradotti in occitano da Bruno Peyras sono apparsi sulla rivista OC. Areputzu è il suo primo libro di poesie.
Massimiliano Mandorlo è nato a Cattolica nel 1983, laureato in Lettere Moderne, si è occupato soprattutto di Luzi e Zanzotto. È subject e reference librarian per l’Università Cattolica di Milano. Collabora con il CRELEB. Ha vinto il premio ‘Violani Landi’ 2005, sezione inediti. Collabora con clanDestino, Cenobio, Forum Italicum e Art&Facts. Recensioni ai suoi testi sono apparse su Testo,Poesia,Atelier,Art&Facts,Subway. Ha pubblicato per Alla chiara fonte Mareoltre (2009), Cascina con nebbia (2011) e Luce evento (2012) per Raffaelli. Presentato come poeta under 30 a Parco Poesia 2010 e al Premio Città di Ostia 2011.
Mercedes Arriaga Flórez è professoressa ordinaria di filologia italiana nel dipartimento di filologie integrate dell’Università di Siviglia. Ha conseguito un dottorato in filologia italiana presso l’Università di Siviglia e un dottorato in teoria dei segni presso l’Università di Bari, Italia. Esperto nella progettazione di progetti di cooperazione internazionale. Direttrice del gruppo di ricerca Escritoras y Escrituras (www.escritorasyescrituras.com) della Junta de Andalucía, dalla sua fondazione nel 2002. È stata presidentessa di AUDEM, Associazione Universitaria di Studi sulle Donne. È vicepresidente della Società spagnola degli italianisti (SEI). È membro del comitato scientifico di diverse riviste di letteratura in diversi paesi. Direttrice della Rivista Internazionale di Letterature e Culture, dell’ Università di Siviglia. Ha diretto cuattro progetti nazionali di ricerca: ASSENZE II. Scrittrici italiane inedite nella Querelle des Femmes, dal XV al XX secolo; AUSENCIAS. Scrittrici italiane inedite nella Querelle des Femmes dal XIV al XIX secolo; Scrittrici e pensatrici europee, e nell’ Attualità, assieme a Daniele Cerrato, “MenforWomen. Voci maschili nella Querelle des Femmes in Italia”. Ha ricevuto dalla Junta de Andalucía il premio Meridiana nel marzo 2016 e il Premio Páginas Violeta nel 2017, per le sue ricerche in letteratura. Nel 2020 è stata insignita dal Ministro degli Affari Esteri con la decorazione di Cavaliere della Stella d’Italia, per il suo lavoro di ricerca e diffusione delle scrittrici italiane nella cultura in spagnolo.
MIRTA AMANDA BARBONETTI, laureata in Letteratura Italiana Contemporanea all’Università di Padova, con una tesi sullo scrittore padovano Ferdinando Camon,
Attualmente lavora in un ente pubblico ed è membro del direttivo dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea, sede di Belluno. Collabora come mediatrice culturale per enti e associazioni, nell’organizzazione di eventi, mostre d’arte e presentazioni. Scrive su riviste culturali e di carattere storico. Traduttrice dall’inglese e dallo spagnolo, ha dedicato numerosi studi al poeta spagnolo Alfonso Brezmes e pubblicato nel novembre 2021 per Einaudi, la traduzione dallo spagnolo dell’antologia Quando non ci sono del poeta.
Patrasso, dove è nato, egli ha trascorso serenamente la sua prima infanzia trasferendosi poi nella città di Firenze e in seguito a Milanop dove tuttora lavora e vive. Conoscitore nativo della lingua greca moderna e amante della poesia, ha tradotto numerose raccolte di poeti greci moderni e contemporanei, tra i quali Kavafis, Elitis, Ritsos, Seferis, Anaghnostakis. Nel 1981 fonda la Crocetti Editore, che si occupa principalmente di poesia. Il primo volume pubblicato è ‘Erotica, la traduzione in italiano delle raccolte di poesia dell’amico Ghiannis Ritsos. Dal 1988 la casa editrice pubblica la rivista «Poesia», che con trent’anni di attività è risultata il più longevo periodico culturale italiano e il primo di questo genere ad essere distribuito nelle edicole.La rivista, che ha redazioni fisse anche a Londra e New York, è l’organo ufficiale dell'”Associazione Culturale POESIA”. Ispirandosi al nome della madre greca, dieci anni più tardi lanciò la collana Aristea, all’interno delle quale furono per la prima volta tradotti in italiano vari romanzi fra i più venduti della letteratura greca del XX secolo. Con un catalogo di oltre 3.300 autori di poesie pubblicati, nel 2019 dà alle stampe la sua traduzione del poema Odissea di Nikos Kazantzakis, che presenta un rinnovato Ulisse, il quale, tediato del ritorno ad Itaca, decide di ripartire per un viaggio senza meta e senza fine. Per il Corriere della Sera cura la collana diVersi, un’antologia di poesie di 20 autori italiani e stranieri. Crocetti è membro della giuria del Premio internazionale di poesia “Attilio Bertolucci”. Inoltre, è commissario Uneasco per la “Giornata mondiale della poesia”. Nel maggio 2020 la sua casa editrice entra nel gruppo Feltrinelli.
Foto credit: Fabrizio Annibali
Originario di Seneghe, classe 1982, la sua formazione è caratterizzata da studi artistici e umanistici. Negli ultimi anni passati in Inghilterra incanala la sua creatività in progetti personali che lo portano a riscoprire l’amore per il disegno in bianco e nero, a matita, penna e inchiostri. Eclettico nello stile e nell’utilizzo di vari mezzi e tecniche, attraverso il disegno digitale sperimenta un linguaggio formale e una sintesi narrativa tesa all’illustrazione editoriale. I suoi lavori sono generalmente frutto di intuizioni spesso venate di una sottile ironia, che ha preservato e sostenuto il suo estro durante gli anni spesi in ambiti lavorativi noti per prosciugare la vena artistica.
Nicola Verderame (1984) è docente di Filologia turca presso l’Università di Napoli “L’Orientale”, dove si è laureato in Studi Islamici (2003-2008). Ha ottenuto un Research Master in Turkish Studies presso l’Università di Leiden (Paesi Bassi) nel 2011. Nel 2018 ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea presso la Freie Universitaet Berlin/ Berlin Graduate School Muslim Cultures and Societies. La sua ricerca si è concentrata sulle infrastrutture come mezzo di propaganda nel tardo impero ottomano. Tra i suoi interessi scientifici troviamo la storia urbana in ambito ottomano, la letteratura turca contemporanea e la teoria traduttologica. Come traduttore dal turco, ha pubblicato in italiano numerose traduzioni da poeti turchi. Collabora con la rivista Atelier online, con la piattaforma Kaleydoskop – Turchia, cultura e società, sezione “Versi” (www.kaleydoskop.it), e cura il blog Defter – Poesia turca contemporanea (defterpoesiaturca.wordpress.com). Ha inoltre curato la raccolta di poesie di Tuğrul Tanyol, Il vino dei giorni a venire – Poesie scelte 1971-2016, (2016) insignita del premio Benno Geiger 2017 e del Premio Nazionale di Traduzione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali nel 2018. Inoltre ha tradotto le poesie di Haydar Ergülen, La casa nella melagrana, Premio Ciampi, 2020. Ha tradotto le seguenti opere di narrativa: Selahattin Demirtaş, Alba, 2018; Burhan Sönmez, Labirinto, 2019; Azra Kohen, PHI, 2019; Ece Temelkuran, Soffiano sui nodi, 2019. Tra i romanzi in preparazione, Burhan Sönmez, Nord, e Ahmet Altan, La lettera e il pianoforte.
Nilza Costa è una cantante e autrice/compositrice brasiliana di Salvador (Bahia), città che si affaccia sulle coste dell’oceano Atlantico e fortemente influenzata dalle tradizioni “afro”. La passione per la musica le viene trasmessa dalla nonna materna (di origine afroindigena) che accompagnandola alle feste Candomblé le permette di avvicinarsi alla cultura Yoruba, religione afro brasiliana, basata sul culto degli Orixas, divinità appartenenti originariamente alla mitologia dei popoli dell’ Africa Occidentale . In Brasile inizia ad esibirsi come solista del coro della Chiesa di San Lazzaro di San Salvador di Bahia. Ma il suo percorso artistico comincia a dare i primi frutti in Italia, dove si trasferisce nel 2006. Qui approfondisce lo studio di canto con Beatrice Sarti, artista fiorentina specializzata nel canto posturale. La particolarità di Nilza Costa è unire i ritmi ancestrali d’Africa con le forme tradizionali della cultura musicale e religiosa brasiliane (quali il Candomblé, la Capoeira, Samba Duro, Maculel ê e la Cantigas de Roda), trasfigurandoli nel suo canto in un linguaggio artistico estremamente originale e improvvisativo. Queste tradizioni che provengono da tempi e luoghi diversi dal mondo, sono da lei filtrate con una spiccata attitudine sincretica grazie anche al contributo di musicisti Jazz dei quali si avvale sia nella produzione che nei concerti.
Nino Iorfino, professionista della comunicazione digitale, appassionato di astrologia umanistica e di psicologia archetipica, studia e utilizza da oltre quarant’anni il Libro dei Mutamenti. Ha sviluppato per smartphone e tablet la app interattiva del Libro con la traduzione originale di Richard Wilhelm. Dal 2012 organizza incontri di divulgazione su l’ I Ching e cura il sito www.ichinglab.it
La prima parte d’Italia che il giornalista frisone Onno Falkena ha visitato è stata la Sardegna. Fu un’esperienza che non avrebbe mai dimenticato. Il nuraghe, il cibo, l’orgoglioso popolo sardo, il paesaggio, la cultura, tutto ciò ha suscitato in lui un’impressione unica. Solo più tardi scoprì che le altre parti d’Italia sono molto diverse. Ma in Sicilia si innamorò e iniziò a parlare italiano. L’amore per Claudia è passato, ma quello per l’Italia e la cultura italiana non lo ha mai abbandonato. In Frisia Onno Falkena lavora per l’emittente frisona Omrop Fryslân, occupandosi di politica e di lingue minoritarie. A ciò ha sempre affiancato attività culturali. Ha fondato il concorso canoro per lingue minoritarie Liet International e ne ha organizzato le prime edizioni. L’idea centrale era quella di creare e promuovere nuove canzoni contemporanee nelle lingue minoritarie. Per questo ha collaborato strettamente con friulani, ladini e sardi. Questo è stato a volte impegnativo, ma sempre stimolante e motivante. Ha inoltre partecipato alla creazione di Suns Europe, il festival annuale di musica e cultura minoritaria di Udine. Per Omrop Fryslân Onno ha realizzato diversi documentari sulle minoranze europee. Il suo documentario “Kjeld yn ‘e loft” (Aria fredda) sui Sámi in Svezia è stato in concorso al Babel Film Festival di Casteddu. Al Festival Cabudanne de sos Poetas presenterà e intervisterà Sigrid Kingma, da quest’anno poetessa laureata di Fryslân.
Originario di Bonacardo, classe 1982, prossima laurea in Economia, Pierluigi si trasferisce a Cagliari con i genitori, la moglie Isa Pais e le sorelle Chiara, Valentina e Elisabetta nel giugno del 2017. Troppo piccola l’amata piazza oristanese per contenere le buone intenzioni di tutti. Nell’arco di pochi mesi la famiglia colonizza un paio di isolati del centro storico cittadino non con una ma con 3 insegne: un ristorante (Josto), una pizzeria (Framento) e una macelleria con cucina (Etto). JOSTO. L’insegna ammiraglia dei Fais è un locale post-industriale ricavato in un vecchio deposito di legname. E’ diviso in due sale dalle luci basse e arricchito dalle playlist analogiche di vinili letti con un volume più alto della media (Capossela, Caparezza o funky Seventies). “Josto” è il nome di un combattente che osò sfidare l’esercito romano un paio di secoli prima di Cristo. I mulini a vento di Pierluigi sono i piccioni o i maialini da latte che dilagano, i ricci di mare pescati a strascico, la bottarghe d’importazione e tutte quelle contraddizioni o cattive abitudini di un’isola che farebbe bene a esplorare con più attenzione e virtù il suo potenziale.
Pietro Cerrato. Ha tradotto Medea en Camariñas (2015), Atardecer en Mitilene (2016) e Antigona frente a los jueces (2017) de Andrés Pociña, La eternidad del istante (2017) e El color de los
incendios (2022) di José Antonio García, Carmin rojo sangre (2019) e Geometría de sombras (2022) di María Rosal.
Co-fondatrice e direttrice della Casa della Poesia di Baronissi. E’ traduttrice e interprete.
Raimondo Cubeddu è stato ordinario di Filosofia Politica al Dipartimento di Filosofia dell’Università di Pisa. Si è occupato di Karl R. Popper, di Leo Strauss, della tradizione politica liberale e in particolare della Scuola Austriaca, di teoria delle istituzioni, di filosofia delle scienze sociali e delle dottrine del diritto naturale.
Riccardo Canaletti è nato nelle Marche nel 1998. Ha vinto vari premi per inediti. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, La perizia della goccia (ae edizioni, prefazione di Umberto Piersanti). Suoi testi sono tradotti in spagnolo, portoghese e russo. Collabora con «Yawp», «Menti sommerse», «Midnight magazine», «Argo» e «Nuova ciminiera».
Riccardo Frolloni nasce nel ’93 a Macerata. Laureato in Italianistica, pubblica la plaquette Languide istantanee Polaroid (Affinità Elettive 2014) e Corpo striato (Industria & Letteratura 2021). Insieme all’artista Giulio Zanet ha pubblicato il libro d’arte Claustro (Edizioni Gei 2021). Ha tradotto Sul non perdere le ceneri di mio padre nell’alluvione di Richard Harrison (‘roundmidnight edizioni 2018), Non praticare il cannibalismo, antologia dell’opera di Ron Padgett (Del Vecchio Editore 2021). È stato direttore del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e ha lavorato per la School of Continuing Studies dell’Università di Toronto come lettore e assistente. Scrive per la rivista musicale Impatto Sonoro e ha fondato il progetto Lo Spazio Letterario. Insegna italiano e latino nei licei.
Rossana Abis è nata a Cagliari nel 1969. Ha pubblicato due libri di poesie. Suoi testi sono comparsi in lit-blog e riviste tra cui «L’incantiere», «La grotta della vipera», «Poesia» e «Smerilliana». Ha fondato l’associazione culturale «Is Bisus» con la quale organizza eventi legati al turismo culturale. Collabora alla progettazione socio-culturale della cooperativa «Golfo degli Angeli» di Cagliari.
Nasce, sotto il segno del Sagittario, il 15 dicembre 1988 (non è disponibile il luogo) e consegue la laurea magistrale in Lettere presso l’Università La Sapienza di Roma. Dopo le prime esperienze nella cronaca locale, Angieri ricopre per un paio d’anni il ruolo di direttore dell’ufficio stampa di Multiversidad Popular de Misiones, centro indipendente argentino di formazione e cultura.
Salvatore Cau è sindaco di Neoneli e ideatore e fondatore del festival letterario Lìcanias di Neoneli. Accanto ai suoi impegni coltiva la passione per la viticoltura fndando con alcuni amici l’azienda vitivinicola Cantine di Neoneli.
Sito web: https://www.licanias.it/
Sito web: https://cantinedineoneli.it/
Salvatore Cubeddu è nato in Svizzera nel 1975. Ha studiato a Cagliari, Monaco di Baviera e Torino, è laureato in filosofia e ha un Master in Tecniche della narrazione. Dal 2004 al 2012 ha collaborato con la Provincia di Oristano nell’Ufficio della Lingua e della Cultura Sarda. è giornalista e scrittore. Scrive per il cinema e la TV da oltre 15 anni. Dal 2012 è produttore cinematografico con Terra de Punt e nel 2014 ha fondato, con Sardex SpA, la webtv Ejatv.
Salvatore Sechi (Nulvi, 29 maggio 1939) è uno storico e accademico italiano. Laureatosi a Torino con Guido Quazza, dopo essersi perfezionato in Inghilterra al St. Anthony College di Oxford, è stato ricercatore della Fondazione Luigi Einaudi di Torino, l’istituzione che ha formato alcuni dei più insigni accademici italiani. Formatosi, come ha scritto nel suo ultimo libro, alla scuola dei Quaderni Rossi di Raniero Panzieri, si è avvicinato successivamente al PCI e, successivamente, al PSI. Ha poi insegnato Storia dei partiti e dei movimenti politici e Storia contemporanea nelle università di Venezia, Bologna, Ferrara e Berkeley. Come politologo, ha collaborato con le principali testate italiane il (Corriere della Sera, la Repubblica, l’Unità, Il Giorno, il Resto del Carlino, l’Avanti, Il Secolo XIX) e con riviste fondamentali come Storia Contemporanea, il Mulino, Nuova Storia Contemporanea. Ha chiuso la sua carriera accademica da professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Ferrara. Studioso del movimento operaio internazionale, del fascismo, di storia dell’America latina e di storia del PCI e della sinistra italiana, è autore di decine di volumi, monografie e saggi frutto di ricerche in archivi italiani, americani, inglesi. Intensa anche la sua attività pubblicistica. Ha avuto inoltre incarichi istituzionali, essendo stato direttore dell’Istituto di Cultura italiana di San Francisco (USA) e consulente della commissione parlamentare Mitrokhin, esperienza, quest’ultima, giudicata negativa anche in alcuni articoli e saggi. Nel corso della sua carriera, ha organizzato importanti convegni e congressi nazionali e internazionali. Tra i più recenti, il convegno sul caso Moro (marzo 2008) e quello sulla violenza politica nel secondo dopoguerra (novembre 2008) organizzati a Cento (FE). Sotto la presidenza di Beppe Pisanu è stato inoltre consulente della Commissione parlamentare antimafia.
Sebastiano Illotto nasce a Seneghe nel 1884. Svolge per buona parte della sua vita il mestiere di scalpellino. All’età di circa novant’anni, intraprende una quotidiana routine dedicata al disegno, con la quale darà vita a una fitta produzione di oltre mille ritratti, spesso lasciati in dono ad amici e familiari. Disegnerà fino alla sua morte, giunta all’età di centotré anni. Non si è mai definito artista. Non ha mai venduto una sua opera.
Sergio iagulli e animatore culturale e co-fondatore della Casa della Poesia di Baronissi.
Sitoweb: www.casadellapoesia.org
Shirley van der Maarel è un’antropologa visuale dell’Università di Manchester (Regno Unito). Utilizzando metodi di ricerca e collaborativi cerca di capire, come le persone vovano i cambiamenti socio-politici dei propri territori. Ha studiato filosofia (Università di Amsterdam), diritti umani (University College di Londra) e antropologia visiva (Università di Leiden). Ha lavorato in paesi come Libano, Uganda, Cina e Kenya, per organizzazioni come Oxfam, War Child, Beijing Design Week e l’Università SOAS di Londra. Dal 2017 è
coinvolta in diversi progetti artistici e di ricerca in Italia, concentrandosi su spopolamento e migrazione. Per maggiori informazioni: www.shirleyvandermaarel.com
Sigrid Kingma (Drachten, 1989) ha studiato olandese e frisone all’Università di Groningen. Conosciuta come poeta di scena, si esibisce regolarmente all’interno e all’esterno della provincia di Fryslân; come poetessa, recensore e opinionista, Sigrid Kingma ha contribuito a diverse riviste. Nel 2016 ha esordito con la raccolta di poesie bilingue “Reade triedleas/Red wireless”. Da allora ha partecipato a diversi progetti internazionali multilingue. “Non voglio limitarmi a un tipo di pubblico, a uno stile o addirittura a una forma d’arte; voglio continuare a reinventarmi”.
Silvia Righi è nata a Correggio l’11 gennaio del ’95. Laureata in Lettere Moderne a Bologna con una tesi sulle riscritture contemporanee dell’Orestea, si occupa da quattro anni di comunicazione ed eventi culturali, collaborando all’organizzazione di manifestazioni come Festivaletteratura (Mantova), Festival Mundus (Carpi), Asian Film Festival (Carpi) e Festa del Racconto (Carpi). Sue poesie sono comparse nell’antologia di Coop for Words L’amore è un tappo rosso nello stomaco di un gabbiano, sulla rivista indipendente Crossroads e nell’antologia del Centro Lombardo-Radice Esercizi di scrittura.
Figlio del docente universitario e politico viterbese Raffaello Ramat, oltreché fratello del linguista Paolo Ramat, ha iniziato la sua attività di critico nel 1965, per la quale ha ottenuto nel 2001 il premio dell’Accademia dei Lincei, con un saggio monografico su Montale pubblicato dalla casa editrice Vallecchi e nel 1966 ha curato l’edizione “Omaggio a Montale” pubblicata da Mondadori. Titolare dal 1976 della cattedra di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università di Padova è stato attento osservatore della scena culturale del XX secolo. Dedicatosi pertanto ad uno studio attento delle più importanti correnti e degli autori più noti della poesia del XX secolo, Ramat nel 1969 ha pubblicato il saggio intitolato L’ermetismo per poi dedicarsi ad uno studio generale della poesia del Novecento, che vede i risultati nell’opera Storia della poesia italiana del Novecento pubblicata nel 1976 dall’editore Mursia. Alcuni aspetti e temi della poesia del Novecento verrà poi approfondita nel 1978 in “Protonovecento” pubblicata da Il Saggiatore. Continua a dedicarsi allo studio dei suoi autori preferiti, con Invito alla lettura di Bigongiari del 1979 e L’acacia ferita e altri saggi su Montale spostando però parte del suo interesse verso microcosmi testuali pubblicando con “Mursia” I sogni di Costantino nel 1988 e Particolari nel 1992. Tra i lavori più consistenti degli ultimi tempi si annovera l’opera La poesia italiana 1903-1943. Quarantuno titoli esemplari pubblicata da Marsilio nel 1997 e il saggio I passi della poesia. Argomenti da un secolo finito pubblicato nel 2002 da Interlinea. Nel 1959 esordisce come poeta con una raccolta di liriche intitolata Le feste di una città alla quale faranno seguito molte altre raccolte, tra le quali Gli sproni ardenti, edita da Arnoldo Mondadori Editore nel 1964; Corpo e cosmo da Scheiwiller nel 1973; In parola da Guanda nel 1977; L’inverno delle teorie da Arnoldo Mondadori Editore nel 1980; L’arte del primo sonno da San Marco dei Giustiniani nel 1984; Orto e nido da Garzanti nel 1987; In piena prosa da Amadeus nel 1987; Una fonte da Crocetti 1988; Ventagli da Amadeus nel 1991; Premio Dessì per la poesia, Pomerania da Crocetti nel 1993; Numeri primi da Marsilio nel 1996; Il gioco e la candela da Crocetti nel 1997; Per more da Crocetti nel 2000; Mia madre un secolo da Marsilio nel 2002; Uno di quei rami nel 2008; Banchi di Prova nel 2011; Elis Island nel 2015. Nel 1995 vengono raccolte le sue poesie in un’antologia dal titolo Origine e destino da I Quaderni del Battello Ebbro, mentre un’altra antologia poetica, Sharing a Trip, vede la luce negli Stati Uniti nel 2001 edita da “Bordighera Press” con traduzione a fronte in inglese. Collaboratore di molte riviste, ha pubblicato numerosi articoli su diversi importanti quotidiani tra i quali Il Giornale.
Simonetta Milia è nata e cresciuta a Seneghe.Dopo gli studi cagliaritani, ha deciso di ritornarci, seguendo il richiamo delle sue radici e della poesia che, come lei, qui è sempre stata di casa.
Foto credit: Giovanna Porcu
Stefano Baldinu è nato a Bologna e risiede a San Pietro in Casale (Bologna). Diplomato in Ragioneria, scrive poesie dal 1998, ma solo dal 2009 inizia a partecipare regolarmente a concorsi dove ha ottenuto numerosi riconoscimenti sia per la poesia in lingua che in vernacolo. Suoi lavori sono presenti in numerose Antologie di AA.VV. e sulla Rivista “Euterpe”. Nel 2010, a seguito della vittoria al Premio Internazionale di Poesia Inedita Il Federiciano – Il Paese della Poesia la sua poesia “Gabbiani” è stata riprodotta e affissa su stele nel paese di Rocca Imperiale. La sua poesia “Era tutto scritto” è rimasta affissa dal 31/07 al 04/08 del 2015 sotto i portici adiacenti il Foro Annonario di Senigallia in occasione della iniziativa poetica “Portici di-versi” promossa dalla Associazione Senanova. Sue poesie sono state tradotte in spagnolo ed inglese. E’ presente nell’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei (ed. Aletti Editore 2015) e nel Dizionario degli Artisti Italiani 2015 (ed. L’Espresso). E’ socio Poeta Accademico dell’Associazione Culturale Histonium. Socio familiare dell’Associazione Nazionale Carabinieri-Sez. San Giorgio di Piano (Bo).
Direttrice dell’assessorato alle politiche di “Pari opportunità” del comune di Siviglia.
La Terra de Punt è una terra mitica, abitata, secondo la leggenda, dai discendenti di Noè, il luogo da cui re Salomone fece giungere a Gerusalemme le ricchezze che avrebbero adornato il suo tempio; un luogo misterioso di cui, ancora oggi, non si conosce l’origine e l’esatta ubicazione. Punt potrebbe essere nel Corno d’Africa, in Egitto e per qualcuno addirittura in Perù, sulle rive del lago Titicaca, ma a noi non importa, ci piace pensare a una terra da cui provengano ricchezze, o forse solo sogni, che potrebbe essere ovunque, anche qui dove siamo noi, e dove abbiamo deciso di lavorare.
Sito wwb: www.terradepunt.it
Tomaso Tiddia è nato nel 1965 a Cagliari, dove esercita da trent’anni il mestiere di libraio.
Vive e lavora a Milano. È autore della raccolta di poesie Favole, Transeuropa, 2009, con la prefazione di Mario Benedetti. È giurato, per la sezione under 40, del premio letterario Premio Castello di Villalta Poesia e del Premio Franco Fortini. Nel 2014 ha pubblicato il saggio Omologia e totalità, Un percorso sulla nozione di differenza tra la biologia e l’arte di Barnett Newman nella raccolta Prospettive della differenza, Lubrina editore, a cura di Carlo Sini, insieme al quale, dal 2015, è membro del comitato scientifico del laboratorio di filosofia e cultura Mechrì (www.mechri.it). Nel 2014, esce il suo libro di poesie Tua e di tutti, Lietocolle, in collaborazione con Pordenonelegge, tradotto in francese da Joëlle Gardes per Recours au poème éditeurs. Nel 2015 pubblica la plaquette Per il lavoro del principio, nata all’interno del progetto Le parole necessarie, in collaborazione con Il Centro di Poesia Contemporanea di Bologna e l’Ospedale Sant’Orsola. Nel 2017 è stata pubblicata in tiratura limitata la plaquette Alla fine delle favole, Origini edizioni, Livorno. Nello stesso anno, pubblica il saggio Nel labirinto del ritorno. La parola poetica e il ritmo, nella rivista «Il Pensiero», a cura di Massimo Donà. Nel 2018 è tra i fondatori della progetto di poesia e arte Ultima, per cui ha pubblicato la breve raccolta World Wide Whatsapp crash (www.ultimaspazio.com). Nel 2019 scrive la Prefazione alla riedizione de Il musicante di Saint-Merry di Vittorio Sereni, per la casa editrice Il Saggiatore. È di prossima pubblicazione, per Ibis Edizioni, la sua traduzione di La primavera e tutto il resto del poeta americano W.C. Williams. Nei primi mesi del 2020 è uscito il suo nuovo libro di poesie per l’editore Interlinea: Verso le stelle glaciali.
Nata nel 1981, Tuğba Doğan è una delle voci emergenti della letteratura turca contemporanea. Laureata in sociologia, ha conseguito un master in lingua e letteratura turca. Con il suo primo libro, Musa’nın Uykusu, ha ricevuto la Menzione d’onore del premio letterario Notre Dame de Sion nel 2015. Il suo secondo romanzo, Il bistrò delle delizie (2019), ha riscosso il plauso della critica e del pubblico in Turchia, arrivando alla sua sesta ristampa in poco più di un anno.
Studiosa di filosofia dell’arte e filosofia politica. Ha fondato e diretto lo Spazio Chora di Sassari dedicato all’arte contemporanea. Da qualche anno collabora con Domo de sa Poesia e il cabudanne de sos Poetas nella sezione arti visive.
Vincenzo Santoro, laureato in Informatica e Comunicazione per l ́impresa e il no profit, dal 2004 lavora presso l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, dove attualmente è responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo. In rappresentanza dei Comuni italiani, è anche membro del Comitato nazionale per la tutela delle minoranze linguistiche storiche (L. 482/99) e della Commissione per il Sistema Museale Nazionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Classe 1970, cagliaritano, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1993 e professionista dal 2003, ha collaborato a partire dagli anni 90 con il quotidiano La Nuova Sardegna per poi far parte dal 1996 della Redazione di Radio Press, di cui è stato direttore tra il 2006 e il 2011. Ha lavorato a Tiscali News, a Sardegna Uno ed è stato direttore del sito di informazione e spettacolo Godotnews. È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Cagliari (corso per il quale tiene un Laboratorio di scrittura) ed è stato consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna. Ha collaborato con diverse testate nazionali, tra cui l’Espresso, l’Unità, il manifesto e Radio Popolare. Collabora con la sede Rai della Sardegna per la quale conduce la trasmissione Mediterradio. Con il regista teatrale Elio Turno Arthemalle, conduce “Buongiorno Cagliari” ogni mattina dal lunedì al venerdì in diretta alle 8 alle 9 (e in replica dalle 13) sui 96.8 mhz di Radio X. In streaming e in podcast dal sito www.radiox.it. È responsabile della comunicazione del Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale.
Walter Porcedda, giornalista professionista, critico teatrale del giornale in Rete Gli Stati Generali.